Lagune nascoste di ricordo. Ieri ho incontrato quello che sarei stato oggi: uno spaventapasseri schiavo delle convenzioni e del sistema, iracondo nella sua finta libertà. Ammettere le proprie prigioni significa scardinare le geometrie della coscienza collettiva. Strappare le linee del buon senso, dell’interesse individuale. In fondo al twister dei vissuto c’è il coacervo di intuizioni rock sperimentali degli austro-tedeschi Slon. Il loro post-rock si contamina di math-rock per trasbordare in derive hard-core impetuose. Ellahoo è la sintesi della loro originale attitudine post-rock. Gli stilemi del genere sono tutti controllati e mai barocchi. Gli angoli deIla melodia si dilatano e confondono con i propri archi convessi, i momenti slow di arpeggi ipnotici hanno melodie emozionali che ben si coniugano con le deflagrazioni hard-core in disegni ascensionali di rara immaginazione creativa. La batteria è varia e mai ripetitiva. Con brani quali Sojus, Fragile leaves e Antenne gli Slon non sono molto lontani dalla perfezione dei Mogway dell’ultimo periodo. Per chi ama trascendere e sprofondare nel proprio Es.
Credits
Label: Valeot records – 2009
Line-up: Andrei (guitar) – Alexandr (bass, cello, electronic) – Bernhard (guitar) – David s. (drums).
Tracklist:
- sojus
- fragile leaves
- belka/strelka
- ellahoo
- antenne
- fichte
- komsomolzenträne
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