Il loro lavoro d’esordio Personal Train, uscito per la spagnola Elefant ed in Italia per Pippola Music, è un piccolo gioiello di galvanizzante indie-pop all’italiana, una freschezza contagiosa che parte indipendente per far gola ad ogni vezzo da canzoniere italico anche nel mainstream. Tra Burt Bacharach e Lucio Battisti, tra i Belle and Sebastian e Morricone, tra vecchie foto d’epoca ingiallite di ombrelloni e spiagge assolate e l’estro sornione e dolce amaro della commedia all’italiana. Losthighways incontra il leader Carlos Valderrama, per una chiacchierata al ritorno della loro “fuga fuori stagione”. (Vacanze a settembre è in streaming sutorizzato)
Allora Fitness Forever, un ritorno dalla vostra ideale vacanza settembrina… dalle premesse almeno per la “prova costume”, avrete dormito sonni tranquilli…
In effetti siamo stati a Lampedusa in settembre, era stracolma come Rimini a ferragosto!!! La prova costume è andata… poi, al ritorno dalle vacanze, è bastata un po’ di provola e qualche fetta di pane casereccio per riportare al loro posto le amiche maniglie dell’amore, ma è proprio grazie a loro che scriviamo canzoni così romantiche… come pensavate facesse Barry White?!
E invece l’estate canonica come l’avete trascorsa? Nel male di rimanere in città o al lavoro, o siete stati impegnati con la musica?
Qualche concerto tra Italia, Spagna e Inghilterra, ma soprattutto tanto tanto studio di registrazione! Il resto del tempo l’abbiamo passato imparando a memoria tutti i singoli dei Negrita, rigorosamente dalla svolta “tropical” in poi!
Allora, visto che siamo in tema, rotoliamo verso il sud e parliamo un po’ della genesi di questo progetto. Come vi siete conosciuti e come siete arrivati a questo disco? Come nascono le canzoni dei Fitness Forever?
Un paio d’anni fa cercavo uno studio di registrazione meno puzzolente del solito. Big Tony e Barry Bianco (aka” Scialdone” ), rispettivamente bassista e tastierista, erano noti a tutti per la qualità della propria deodorazione: nel bagno dello studio sono rimasto colpito da un bagnoschiuma “vaniglia e cannella”… e così abbiamo cominciato! Lavorando insieme su quelle prime canzoni abbiamo coltivato uno splendido rapporto musicale e umano che andava un po’ al di là, se vogliamo, dei soliti, sopravvalutatissimi, rapporti sessuali con modelle brasiliane di biancheria intima. Poi abbiamo chiesto a Paster di unirsi a noi, dato che le altrie cantanti a cui avevamo chiesto, ovvero Loredana Lecciso e Mariah Carey, avevano rinunciato poiché appesantite. Per questi singolari accadimenti siamo diventati una band! Per quanto riguarda le canzoni, vengono scritte da sempre sul water, il che spiega molte cose!
Il vostro disco d’esordio è uscito per un’etichetta spagnola la Elefant. Ci raccontate un po’ come siete giunti sino alla Spagna, peraltro avete anche inciso un singolo completamente in spagnolo (Palma de Maiorca): che tipi di rapporti ci sono attualmente con la vostra label?
Siamo giunti alla Elefant dopo un precedente contratto con la EMI. Costoro ci offrivano numerosi euro ma avremmo anche dovuto eseguire delle coreografie e cantare live. Ovviamente siamo scappati non essendo capaci di cantare dal vivo (mentre sulle coreografie modestamente ce la siamo sempre cavata discretamente). La Elefant ci ha convinto prospettandoci anni e anni di intenso playback, e anche se gli euro erano forse meno numerosi abbiamo ritenuto questa l’unica strada percorribile per un sicuro successo! La Elefant è un’etichetta meravigliosa e tutti quelli che non incidono per la Elefant dovrebbero vergognarsi!
Non posso che concordare. Veniamo alla prossima domanda: tutto nella vostra musica galleggia intorno al pop. Sul vostro MySpace addirittura definite con ironia il mondo Fitness come una sfida alla perfezione del genere. Cos’è per voi il pop? In Italia, quali sono gli artisti che tengono alta la bandiera del genere del “Pop italiano”, quello con la “P” maiuscola almeno?
Chiunque ci abbia ragionato su anche distrattamente avrà notato che questa parolina, POP, è la più diabolica mai inventata.. .forse ancora più diabolica della parola TESCHIO! Se parliamo di musica, viene definita POP quel genere che incontra i gusti della gente ed è facilmente “fruibile” dall’ascoltatore. Ogni epoca ha avuto la sua musica POP. Ciò ha svuotato il termine del suo valore di semplice”etichetta” come potrebbero essere quella di techno, dark, ecc. ( poiché ormai la sigla POP è riferibile a moltissimi generi musicali), ed è stato elevato il suo rango a ossessione e sogno proibito, chimera, “sacro graal” per tantissimi musicisti di generi anche apparentemente antitetici. Per cui secondo me, nel mondo delle note, il POP è: “una musica che, se ascoltata, rimane a tempo indeterminato a risuonare nel nostro TESCHIO senza alcun controllo cosciente da parte nostra”. In Italia siamo pieni di questi alchimisti, nel passato ce ne sono stati di grandiosi, tra Carosone, Buscaglione, Edoardo Vianello, Caselli, Pavone, Patty Pravo, Peppino Di Capri, Bongusto, Endrigo, Bruno Martino, Trovajoli, Piccioni, Umiliani, Morricone, Baldan Bembo, Bruno Canfora, i fratelli Reverberitutte, le produzioni di fine 70 e inizio 80 di Raffaella e Renato Zero, i sottovalutatissimi fratelli De Angelis, i Cavalieri del Re di Riccardo Zara, Franco Godi, Righeira. Il pop Italiano è sempre stato molto speciale e molto apprezzato fuori dai nostri confini! Oggi mi pare che nel nostro paese ci sia ben poco… a livello major i più bravi mi paiono (pur conoscendone poco l’opera) Cesare Cremonini, Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Mario Venuti, Carmen Consoli e Sergio Cammariere (ed Elio e le storie tese, ovviamente!). Mentre a livello più indie sono fan del pop di Joe Barbieri, Giorgio Tuma, Non Voglio Che Clara, Superpartner, Atari, Gentlemen’s Agreement… tra i pochi che davvero mi convincono, in una scena, quella italiana, che comunque non conosco troppo bene!
L’autoironia ci sembra un ingrediente grossolanamente rilevante nel vostro mondo, vi rende contagiosi, rende ciò che a prima vista appare passabile addirittura esaltante. E finisce con l’amplificare il feticcio dell’autenticità. Ci infetta di un contagio fervido e vispo, come solo Napoli e ciò che lo circonda a volte sa fare. Quanta Napoli c’è nel vostro minestrone musicale? Questa Napoli così a lungo sospesa quasi in un limbo che continuiamo a guardare con il sorriso in volto…
C’è tanta Napoli in questo disco. Conosco l’idea generale che si ha della nostra città, e non posso che confermare che sia la città difficile di cui si parla continuamente tra i media. Ma in questo disco,è c’è il lato di Napoli che non vedrete mai rappresentato dal TG4: i panorami più mozzafiato del mondo, la storia che ti pervade camminandoci, il suo adagiarsi come una sirena bellissima e crudele sul mare, le curve della costiera, le isole, tutta questa gente solare dotata di senso dell’ironia, e tutto il buon cibo. Una visione un po’ “da cartolina” se vuoi, ma palpabile e realistica ALMENO quanto il lato oscuro e autodistruttivo che così spesso vediamo rappresentato e, oserei dire, quasi celebrato da tv e giornali.
D’accordissimo con te, poi il cuore di LostHighways batte proprio a Napoli dove abbiamo il nostro quartier generale, ed è sempre così bello invertire la tendenza e mostrarne la faccia più luminosa. Il gusto difficile di non prendersi mai sul serio. Anche il rimando alla commedia all’Italiana ed all’estro di quegli anni è palpabile. Ci giocate anche nella sceneggiatura del video di Vacanze a Settembre. Vi ritrovate in questi accostamenti? Se sì, cosa amate di quel filone cinematografico?
Hai sicuramente citato una nostra grandissima influenza… immagina una squadra di calcio composta da questi personaggi: in porta BRUNO SACCHI (come già in un episodio indimenticabile dei ragazzi della 3a C!), sulle fasce i veloci e scattanti Terence Hill e Pippo Franco, difensori centrali i rocciosi Bud Spencer e Renzo Montagnani, davanti alla difesa il cervello e la classe di Mario Carotenuto, mastini di centrocampo GIGI & ANDREA aka Margheritoni!), come trequartista il genio imprevedibile di BOMBOLO e come attaccanti punte di diamante certamente Paolo Roberto Cotechino (il Vitali versione samba) e Jimmy il Fenomeno! E in panchina a dirigerli tutti, ovviamente “LA IENA” – ORONZO CANA’, ovvero il più grande di tutti, Lino Banfi! E avremmo anche una panchina di prim’ordine con i vari Pozzetto, il primo strepitoso Boldi, Adriano Celentano, Enrico Montesano. Indubbiamente una squadra strepitosa, tutti attivi in quella che è stata una vera e propria GOLDEN AGE della commedia all’Italiana, pochi anni che hanno prodotto un’infinità di film meravigliosi per allietare le nostre estati davanti al ventilatore, con la finestra aperta, una birra e un’insalata di riso. (Mi perdonerete la noiosa metafora calcistica ma la fantasia è l’unico rifugio accogliente per un tifoso del Napoli quest’anno!)
La vostra dimensione live riflette appieno il mood sornione, scanzonato, squisitamente imperfetto dei vostri brani. Siete andati in giro anche con una formazione allargata, con collaborazioni ai cori e agli ottoni. Cosa ci raccontate di questa esperienza?
I concerti che abbiamo fatto finora sono stati tutti molto belli. Grazie alla Elefant e a quelli che ci hanno chiamato a suonare in giro, abbiamo avuto l’opportunità di visitare posti stupendi, conoscere personalmente e condividere il palco con artisti che amiamo da anni, come Guille de La Casa Azul, Giorgio Tuma, gli argentini Modular, i ragazzi de la Cola Jet Set di Barcellona. Il tutto in rigoroso playback (strumento di cui ci siamo serviti anche per le chiacchierate nel backstage!). Per il futuro c’è anche un mezzo progetto di imparare anche a suonare, chissà… forse è destinato a rimanere un sogno nel cassetto, ma a come insegna il concorso di Miss Italia: a volte i sogni diventano realtà!
Ovviamente oltre che fervidi umoristi siete anche ottimi musicanti e diciamo pure che la storiella del playback è una bufala! Riguardo i vostri progetti futuri? Ci date qualche anticipazione?
A giorni mixeremo le cinque b-sides che ci sono state commissionate dall’etichetta, non abbiamo idea di cosa vogliano farne, ma ci è giunta voce che saranno utilizzate per sonorizzare le sale da bagno di alberghi a 5 stelle (il che ci farebbe oltremodo piacere, oltre che chiudere idealmente il cerchio)! Subito dopo cominceremo la preproduzione sul mio pc del prossimo disco, e delle relative b-sides. I pezzi sono stati scritti al 90%, e posso già dire che sarà un grosso passo avanti rispetto a Personal Train, nel senso di canzoni più bello, suoni più meglio, violini più assai, produzione più bravo… e soprattutto uno spietato uso della grammatica italiana durante la stesura dei testi!
E noi lo aspettiamo con ansia a questo punto. Ovviamente metteteci da parte qualche polaroid della vostra vacanza settembrina, ci teniamo! Grazie infinite per averci concesso quest’intervista.
Lettore, se hai letto fin qui sei irrimediabilmente scemo, quindi sei sicuramente uno dei nostri cinque fans!!!! Vergognati!Trovati una fatica!