Ofelia dorme e non bisogna svegliarla. In questo 2009 il suo dormire è associato ad una band bolognese che ha esordito con l’ep Sometimes it’s better to wait, denso e delicato di armonia melodica. La ricerca sonora degli Ofeliadorme affonda radici in drappi acustici che avvolgono l’ascoltatore in un mood onirico senza eguali. Dire che hanno le potenzialità di essere dei Radiohead con voce femminile non è un grosso azzardo. La terra di Albione si è già accorta di loro. La scelta del free-download per l’Ep, le loro influenze musicali, la dimensione acustica, i live da salotto e le tematiche di alcuni loro brani sono i temi della nostra piacevolissima intervista.
La scelta del nome della band è legata al mood onirico che prevale nei brani del vostro ep d’esordio?
Francesca: Il nome della band è in parte ispirato ad una poesia di Rimbaud, in parte anche all’Ofelia shakespeariana, che per noi, romanticamente, dorme. Sembrava il nome perfetto per quello che tu chiami il nostro “mood onirico”.
Nella vita qualche volta è meglio aspettare… come è nata l’intensa To wait?
Francesca: A volte anche gli impazienti come me riescono a seguire questo consiglio. Ho scritto la canzone appositamente come se fosse un mantra per me stessa; non solo, a volte è più bella l’attesa dell’evento in sé, mi piace quel senso di sospensione temporale che precede ogni evento importante della vita, e le emozioni che accompagnano quell’attesa: paura, desiderio, timore, curiosità. E la cosa divertente è che invece To wait è una di quelle canzoni nate all’improvviso, in sala prove; ho iniziato a suonare e cantare e tutti gli altri Ofeliadorme hanno colto subito il momento, e non c’è stato più bisogno di rimetterci le mani; magari succedesse sempre così… a volte la musica è come una sorta di epifania improvvisa.
Un altro brano che mi ha colpito del Ep è stato New pieces of science. Me ne parlate?
Francesca: L’origine di questo titolo è proprio qualcosa che riguarda la band… i momenti divertenti. Il giro di chitarra originale è di Tato, che noi a volte chiamiamo “Scienziato” per ovvi (per noi) motivi che qui non sveleremo, da qui Michele l’ha battezzata “New pieces of science” originariamente l’intento era “nuovo pezzo dello scienziato”.
Anche questo brano ha avuto una gestazione piuttosto veloce, io ho inventato il testo quasi sul momento in parte ispirata da un film stupendo che avevo rivisto in quel periodo, Una moglie di Cassavetes, e ho trovato quel riff negli stessi giorni.
gMod e Post anche hanno sviluppato subito le loro parti al basso e alla batteria.
Personalmente è una canzone a cui tengo molto; lo sappiamo che è lunga… ma la volevamo così, antiradiofonica.
<La scelta stilistica della prevalente veste acustica del vostro sound…
Francesca: E’ sicuramente una veste che sentiamo molto nostra, ma ti confesseremo un piccolo segreto: Ofelia è piuttosto schizofrenica, quando si sveglia non è sempre dello stesso umore, da qui il fatto che i nostri concerti possono anche essere completamente elettrici, o quasi… rock’n roll insomma! Purtroppo non riusciamo spesso a farne, l’ultimo concerto totalmente elettrico è stato a Londra ad agosto, è stata una data energica e il pubblico era coinvoltissimo, tanto che ci toccherà (!) tornare ora a Novembre, per altre due date sempre in elettrico, a Manchester e Londra.
Post: In realtà non è stata una scelta stilistica il far prevalere il lato acustico del nostro sound perché, come ha già detto Francesca, è solo una parte di quel che si può trovare nel nostro sound, a volte è meglio aspettare prima di esporsi del tutto.
Ho visto alcuni video di vostre esibizioni live in salotto. Mi sembra la vostra dimensione perfetta o sbaglio?
Post: Sì e no, nel senso che Ofelia è come una persona, e come tale ha diverse voglie, oggi le va di stare in casa con amici per riposarsi visto che domani deve andare in giro per locali tutta la notte! Stare seduti su un divano con un set minimale ci piace e ci veste bene quanto un set caratterizzato da amplificatori a palla!
Francesca: Ci piace il fatto che i nostri concerti possano essere ogni volta differenti; abbiamo tantissimo materiale, alcune canzoni nascono e rimangono acustiche e minimali, altre sono più sanguigne, ma credo che la cifra stilistica rimanga comunque una costante. In più in questo modo ci adattiamo ad ogni situazione live; non siamo una band prettamente acustica, né ci atteniamo ad un genere definito.
Cosa ne pensate del nuovo trend dei concerti organizzati in casa?
Post: Personalmente non conosco bene il fenomeno nel senso che non so come lo fanno gli altri, quei pochi che ho visto non mi sembravano particolarmente adatti per essere portati in casa, ma non voglio fare il polemico!
Francesca: Mi sembra un bel modo, diverso di vivere un concerto; molto intimo, con maggiore contatto emotivo tra il musicista e il pubblico; speriamo di farne presto altri anche noi.
Il vostro Ep è reperibile anche in free download. Perché questa scelta?
Post: Perché no? A parte gli scherzi, il discorso è un po’ lungo e complesso, diciamo che appoggiamo la filosofia della condivisione di Byte dove nessuno di fatto ruba nulla a nessuno… poi andiamo comunque ad un sacco di concerti, compriamo un sacco di dischi, magliette e gadget vari.
Francesca: il mercato discografico è allo sband , ma allo stesso tempo la tecnologia permette, volendo, di arrivare lontano. Per una band semi-sconosciuta è prima di tutto fondamentale far circolare la propria musica. Il free download è quindi di aiuto.
Quali sono le band che vi hanno più influenzato artisticamente?
Francesca: Domanda difficile perché sono tante ed hanno segnato diversi momenti della mia vita come persona e come musicista; provo a riassumere, ma non in modo esaustivo: Velvet Underground, Radiohead, PJ Harvey, Pixies, Nick Drake, Joy Division, Cat Power, Bowie.
Post: eeeeeh, allora poi? Hai un altro paio di pagine dove io possa stilare un elenco?!
Un solo commento
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