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Weeds – Airportman & Tommaso Cerasuolo

airportman_weedsCerti dischi arrivano accompagnati dalla discrezione di pezzi di carta e inchiostro. Raccontano di gioia, quella lieve, che sbircia dietro l’angolo per paura di svanire al primo raggio di sole troppo forte. La gioia che sa disegnare un sorriso dopo un percorso di nostalgia, non arreso, ma di recupero. Cosa ascoltavo da adolescente, e dopo con l’espressione di chi resiste? Cosa mi ha pizzicato le retrovie dell’anima quando sentivo più forte il freddo, arrivando a scaldare come poi succede di rado negli anni della maturità, quando il calore te lo scrolli di dosso perché vesti il ruolo del vincente? Allora metti insieme i pezzi, a ritroso. Una per una trovi le tue canzoni e scegli di condividerle dentro le ore, dentro una casa, dentro il senso pieno della parola amicizia. E ti senti erbaccia ai bordi dei ruderi di un posto immaginario, dove canti, dove ri-canti. Non si tratta di cover, non può essere. Canti te, la tua vita, quello che eri, quello che sentivi dentro le parole e dentro il pentagramma macchiato da altri. Interpretazione. Rispetto dell’originale. Emozione. E non sei solo. In questa dannata e volgare voracità contemporanea riesci a farmare il tempo. Il tempo tuo e quello dei Cure (In between Days, The Head on the Door). Alzi i volume sui sussurri grigi di quel Nick Drake che guardava il volto nero della morte, contando con le dita le ultime gemme di suono divenute materia postuma (Black Eyed Dog, Time of No Replay). Ti ricordi il 1994 di Lloyd Cole & Commotion, perché è cominciata così, anche con gli errori di pronunia (2 cv, Rattlesnaches). E torni un po’ indietro, solo di un anno e ti ricordi pure di ringraziare G. per aver messo proprio quel pezzo dei Porno for Pyros nella testa di T. (Pets, Porno for Pyros). Poi, siccome la musica ti emoziona ancora, anche quando vorresti spingerla lontana per rabbia e durezza, metti la voce dentro le magie di Micah P.Hinson (Caught in Between, Micah P.Hinson and the Gospel of Progress) e dentro le trame oscure di una veggente sospesa come P.J. Harvey (White Chalk, White Chalk).
Così nasce Weeds, un disco di memoria, con i toni lievi di certa malinconia che non evita il sorriso. Così s’incontrano gli Airportman (Giovanni Risso, Marco Lamberti, Paolo Bergesi) e Tommaso Cerasuolo (voce dei Perturbazione).
Forse non occorrono scuse. Forse è ancora marzo. Forse il tempo si ferma per davvero. A volte. E con dolcezza.

Credits

Label: Lizard – 2009

Line-up: Airportman & Tommaso Cerasuolo

Tracklist:

  1. In Between Days (The Cure)
  2. Natural Kind Of Joy (That Petrol Emotion)
  3. 2 cv Lloyd Cole and The Commotion)
  4. The Killing Moon (Echo & The Bunnymen)
  5. Black Eyed Dog (Nick Drake)
  6. Paper Boats (Nada Surf)
  7. Pets (Porno for Pyros)
  8. (Feels Like) Heaven (Fiction Factory)
  9. Caught In Between (Micah P.Hinson)
  10. This Is The Day (The the)
  11. White Chalk (P.J.Harvey)

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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