Lost Highways Seek your mood, Find your lost highways!
Ho sempre trovato affascinante l’idea di ascoltare qualcuno che legge per te.
Affascinante perché si crea una doppia suggestione.
La prima è data dalla parole che la persona sta leggendo, la seconda è data dal suono della sua voce, dal suo modo di interpretare quello che ci sta raccontando, dai suoi sentimenti che passano e si diffondono.
Accade poi che alcune voci siano più carismatiche di altre, non utilizzo la parola “impostate” perché non renderei giustizia a questa voce in particolare. Se dovessi cercare un aggettivo dovrei scegliere… vera, dritta. Schietta.
E’ così che si presenta davanti a noi Emidio Clementi alla Festa della Creatività a Firenze.
Ora di cena, maglione verde perchè è arrivato il primo freddo. Silenzioso si siede e comincia a leggere senza tanti preamboli.
Ci racconta la storia di Matilde attraverso la descrizione di sua Madre Laura, di suo Padre Arturo.
La storia parte da Bologna e si snoda lungo anni e sentimenti, persone che si lasciano e si prendono.
Universi con fulcri diversi che si sfiorano, si scontrano.
Una figlia che cresce con pochi punti di riferimento, con poche certezze e alcune paure.
Una storia che parla d’amore in modo diverso.
Una storia di quelle a cui sarebbe bello credere, in cui le persone non si perdono fino in fondo neppure quando si fanno tanto male.
Probabilmente perché sono affezionata a questa voce, a questi personaggi, a questa storia, ma mi è capitato di essermi ritrovata in un punto in cui la luce filtrava da dietro la testa di Clementi sferzandomi gli occhi e la polvere che era nell’aria aveva l’aspetto di quei coriandoli di neve dentro le sfere di cristallo. Ho avuto l’impressione che tutto il padiglione si fosse trasformato in una sfera, appunto, mentre le parole, trasportare dalla sua voce calma e diretta, ricadevano su di noi cullandoci.
La chiusura del libro ha poi rotto l’incanto.
*Matilde e i suoi tre padri – Emidio Clementi (Rizzoli, 2009)
