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“Vendimi l’anima e ti mando alle stelle”: Brunori Sas @ Arci La Mela di Newton (Pd) 31/10/09

brunori1lhAria gelida in questo sabato sera, mentre passeggiamo tra i vicoli di Padova per raggiungere il locale. La Mela di Newton apre i battenti oggi, il taglio del nastro musicale è affidato a Dario Brunori e ai dipendenti della sua Sas, per quello che gli organizzatori presentano come “concerto scalzo”. Sì, scalzo perché il pavimento è nuovo e magari è meglio togliersi le scarpe per non rovinarlo subito, e perché l’Arci è incredibilmente incastrato tra case ed appartamenti, con uno sguardo al naviglio, e allora il volume va tenuto basso, l’atmosfera deve essere intima, scalza.
Senza dubbio c’erano le premesse ed altrettante buone intenzioni, ma il tutto è andato a farsi benedire ben presto. La serata inizia presto, aperitivi per tutti in questo locale piccolo ma festoso, con i baristi sorridenti e le pareti coloratissime. In mezzo c’è anche una libreria, piena dei bellissimi fumetti Beccogiallo.

Ad iniziare con le musiche ci pensano Electra Gavini e Sandrinho de Opitergi, famosi per la mirabile reinterpretazione della pagina 79 del catalogo Ikea 2006. Nel frattempo la sala inizia a riempirsi sempre più, c’è una bella confusione allegra e si stappano in continuazione bottiglie di vino rosso. E poi finalmente, poco dopo le 21, va in scena la Brunori Sas. Sul palco che non c’è sono in cinque: chitarra, tastiera, percussioni, batteria e sassofono… e ovviamente la voce. Sì, perché sin dalle prime note di Nanà è chiaro per tutti che Brunori non canterà in punta di piedi. Del resto, come si può farlo cantare piano, lui che è un urlatore? Meglio non togliersi nemmeno le scarpe, che siamo in troppi e non sapremmo dove metterle.
E intanto cantiamocela tutti: i brani di Volume Uno si susseguono, insieme ai bicchieri di vino. L’atmosfera è davvero godibilissima e anche chi è passato solo a curiosare per l’inaugurazione finisce a battere il piedino a terra seguendo Brunori.
Le carte in regola per questo successo ci sono tutte: i brani si vestono a nuovo rispetto al disco, si arrichiscono guadagnando grinta e godendo spesso dell’improvvisazione dei musicisti. Dario Brunori tira fuori tutta la voce che ha e riempie ogni angolo del locale, mentre da contrappeso fa la più delicata Simona Marrazzo, che definire corista sarebbe inesatto perché canta, suona e bilancia il vocione di Brunori aumentando la resa e la cura dei brani.
Insomma: Brunori è travolgente e i suoi dipendenti sono tutti bravi, anzi bravissimi. Il live si consuma con gran partecipazione del pubblico, i brani dell’esordio discografico ci sono tutti. Dopo le prove estive queste sono le prime date del tour ufficiale per Brunori, che testa così l’impatto delle sue musiche. E non c’è dubbio, la reazione è positiva: il pubblico ascolta attento Come Stai, Di così e Paolo, per scatenarsi poi su quelli che suonano già come dei classici, Italian Dandy e Guardia ’82. E tra un brano e l’altro c’è spazio anche per un momento di cantautorato impegnato, come lo definisce Brunori stesso: una rivisitazione (che a molti piace più dell’originale) de El Diablo… sì, quello dei Litfiba.
E così, tra momenti più o meno seri, tra calici di rosso e panini al salame, il bilancio è tutto al superlativo: divertentissima serata, bellissime canzoni e buonissimo vino. Una bella conferma per questo progetto musicale e un esordio fortunato per un locale che ha raccolto tutti quelli che agli incubi di halloween preferiscono i sogni agrodolci urlati da Brunori.

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