Commovente la perfezione a volte, geometricamente silenziosa, ibrida la fredda patina dei sorrisi ideali, trascorsi, passati, sussurrati. Sorrisi di donna, mezzeria dorata di tutto ciò che separa i sogni dell’uomo dalla realtà amara delle cose d’intorno, dalle cose che non sappiamo dire perché certe parole sono troppo strette. Le parole a volte non servono, quando ci si affida alla speculare morbidezza delle note. Arturo Stalteri, pianista e compositore nostrano, musicista sensibile in odor di classica contemporanea, srotola avvolte da un involucro di panno vellutato celeste, tra i tasti bianchi e quelli neri del suo pianoforte, sedici momenti genuinamente strumentali, ognuno dedicato ad un angelo a metà. In verità ogni angelo è una donna, ed ogni brano è un omaggio sottinteso ma dichiarato alle eroine del fantasy, della fantascienza e del feilleuton.
Non a caso in più momenti i brani si vestono da atmosferiche e delicate soundtracks, come un sipario o un’aurora che cala ogni volta su volti e movimenti diversi. E a movenze puramente pianistiche, che lambiscono soluzioni avvolgenti, ora intrise da un tepore minimale e intimo, ora abbozzate su orizzonti dipinti su tela (l’intro di Selika Suite) si accostano proposte più complesse, che vedono anche l’uso di chitarra classica e archi (il quadretto rinascimentale del I movimento) a volte incastonate anche in inserti più elettronici (come succede nel II movimento). Nel V movimento una folata di rimembranze progressive, con un accoratissimo violoncello lascia spazio persino a spifferi post rock, mentre nel VI movimento della stessa suite (per rimanere in tema di progressive) un salterello pianistico si accovaccia malinconico accanto ad un acquerello impressionista e autunnale, per poi riallacciarsi al tema principale. Aeon Fleux, agente segreto dal passo felino, viene ricordata da una partenza più minacciosa, ma che si sbrina poi in maniera ineccepibile in aperture più libere, quasi dadaiste; la fragranza trasognata e diafana di Angélique è un sentiero di erba fresca cresciuta sulla sabbia, percorso di notte al chiaro di luna piena, mentre la chiusa minimal-new age-futurista di Galadriel, nobile elfa che popola la Terra di Mezzo, è un ultimo ritratto eclettico che affida i titoli di coda ad un giro a cavallo di un tappeto volante, planando sulla periferia di una qualsiasi delle nostre metropoli, in cerca di sogni in rilievo. Musicista, compositore, conduttore radiofonico, critico musicale, Arturo Stalteri ci regala una delle pagine più delicate e ispirate della nuova musica classica italiana contemporanea, almeno del suo spicchio più fruibile e meno disinteressato, che non apprezzeranno solo i puristi della musica colta, ma anche chi è solito frequentare altri ambienti.
Credits
Label: Felmay – 2009
Line-up: Arturo Stalteri (piano, harpsicord, keyboard, classical guitar, bouzouki, voice) – Yassue Ito (violin) – Laura Pierazzuoli (cello) – Pino Zingarelli (drums, percussion, bass, electron ics, fujiko strings)
Tracklist:
1. )(
2. Damatria
3. – 9. Selika Suite
a. Intro
b. I Movimento
c. II Movimento
d. III Movimento
e. IV Movimento
f. V Movimento
g. VI Movimento
10. Fiordiluna
11. Aeon Flux
12. Raederle
13. Trinity
14. Angélique
15. Tinker Bell
16. Galadriel
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