L’erba è alta, metafora di complessità ed incapacità di vedere l’orizzonte. E’ audace e complesso l’insolito esordio discografico di Davide Tosches (non si tratta di un ragazzino, bensì un uomo che può anche vantare esperienza in vari campi, dalla pittura alla fotografia passando per la grafica 3D).
Dove l’erba è alta svela le genuine capacità di Davide Tosches musicista e cantautore; stando ben lontano dal voler indossare i panni di un virtuoso, l’artista in punta di piedi riesce ad entrare in un campo di passione ed amore per la musica che già aveva pregustato con il precedente autoprodotto Stressmog!. Nelle sue canzoni, i suoni ricercati e mai barocchi cercano di ricreare nell’ascoltatore delle vere e proprie immagini, mettendo in evidenza la componente visuale che Tosches non riesce (e non vuole) escludere dalla propria creatività.
Racconti ed emozioni che hanno come comune denominatore la terra e la natura: Dove l’erba è alta è anche la complessità del scoprire se stessi e la “libertà di sbagliare percorso / e perdersi lontano dalle strade / seguendo, solo il profumo dell’estate“, è quel posto in cui “potrei restare / nell’ombra a guardare / potrei provare / a capire e non dire / potrei provare.” (Nell’ombra), è quel luogo in cui si sta bene anche soli, che in fondo non si è mai soli, basta saper osservare.
Davide Tosches, paradossalmente, stupisce nel non voler stupire: l’esordio discografico dell’artista non è un prodotto facile o commerciale, appare bensì come una necessità dell’autore di esplorare anche la musica come mezzo espressivo, con un approccio empirico ed autodidattico, facendosi scortare da più compagni di viaggio. Vantando la produzione di Giancarlo Onorato, Dove l’erba è alta è un disco folk che fonde elementi di psichedelia con classe ed eleganza: tenere lontano da chi cerca nella musica il brivido ed il sudore, proporre a chi sa innamorarsi dello scoppiettio della legna ardente e del profumo della rugiada, potendo poi passare piacevoli momenti perdendosi tra le musiche introspettive e gli scatti di Tosches e Prodan a corredo del disco.
Credits
Label: Controrecords – 2009
Line-up: Davide Tosches (voce, chitarre, organo farfisa, piatti, diamonica, triangolo, glockenspiel, batteria, percussioni, armonica, metak weevil, piano) – Corrado Calcagno (batteria) – Andrea Cavalleri (basso) – gianCarlo Onorato (chitarre, piano Wurlitzer, organo) – Isabella Vimercati, Laura Carà (voci,cori) – Alessio Russo (batteria) – Claudio Cattero (chitarra elettrica, cori) – Chiara Torrero (violini) – Franci Omi (piano) – Massimo Rumiano (piano wurlitzer, organo Hammond) – Marcello Chiaraluce (chitarra elettrica)
Tracklist:
- Case
- La tua stella
- Completamente
- I muri
- Dove l’erba è alta
- San Sebastiano / Ulan Bator
- Il sentire
- La sviolinata
- Nell’aria
- Deserto
- Nell’ombra
Links:Sito Ufficiale,MySpace
Un solo commento
Pingback: Perchè non si può far finta di essere vivi: intervista a Davide Tosches : Lost Highways