Non solo IKEA. Dalla Svezia arrivano anche i Mangrove, e parlano rock anni ’70. Un rock facile da aggettivare e vestire come hard, ma che ha sottovesti prog, trucco dark, smalto grunge ed accessori psichedelici. Per farla semplice, il trio (ed anche in questo, il richiamo vintage alle formazioni a tre è evidente) svedese ha una collezione di dischi dove i cd dei Black Sabbath, Deep Purple e anche (e per certo) Soundgarden non sono affatto pieni di polvere. Le nove tracce, dove Jani Kataja lavora di voce (che ricorda Chris Cornel. Buttala via) e di basso tra suoni pieni, riff potenti e secchi di chitarre e sessioni ritmiche che si rincorrono senza sosta, scorre veloce nei suoi scarsi quaranta minuti in pieno vecchio stile Lp. I Mangrove entrano a far parte con questo Endless Skies, loro primo lavoro, della scuderia Transubstans, casa discografica svedese che se da un lato è sinonimo di garanzia di genere, perché raccoglie tutte le creazioni hard rock made in Sweden, dall’altro rischia di produrre cloni che saturano il mercato. Ma qui non siamo nel paese dei denti sani e sorriso perfetto, come pubblicità suggerisce, e la loro musica seppur mira la nicchia ha chiavi di lettura moderne anche se non propriamente commerciali. Un disco che suona senza inghippi dalla prima viscerale apertura hard rock di Universal time, passando per il velato grunge saundgardiano di River of my soul per chiudersi nel velo distorto di Quivering ground. Bel disco, che non ha bisogno d’istruzioni di montaggio.
Credits
Label: Transubstans Records (2009)
Line-up: Jani Kataja (voce e basso) – Fredrik Broqvist (batteria e percussioni) – Magnus Jernström (chitarre)
Tracklist:
- Universal Time
- Pieces Of Our Yesterday
- Endless Skies
- River Of My Soul
- Time Of Sorrow
- Back By The Mountainside
- Electric Eye
- Mangrove
- Qivering Ground
Links:MySpace