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Daniele Tenca – Blues for the working class

tenca-b-f-t-w-cIl lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare sé stessi. La propria realtà – per se stesso, non per gli altri – ciò che nessun altro potrà mai conoscere.” (Joseph Conrad)
Vedrà la luce il prossimo 12 gennaio Blues for the working class, con i suoi undici pezzi d’autore, scritti a cuore aperto da un Daniele Tenca in grande forma umana e stilistica. Prodotto dallo stesso Tenca in favore dell’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro), fortemente desiderato, voluto impeccabile, diretto e vero, Blues for the working class è un disco che sputa indignazione, che non si nasconde, che viene allo scoperto con stile, con la fronte alzata a guardare dritto in faccia la precarietà di questo oggi fatto di false promesse, di umanità da rivendicare, di troppa fatica spesa a dare un senso agli sforzi, alla troppa vita sprecati. Dedicated to the ones who’ve been hurt or lost their lives just because they were doing their job. THEY ARE THE REAL HEROES. Dedicato alle vittime di un sistema che infligge incertezza laddove dovrebbe sopravvivere la più alta forma di dignità. Il lavoro e gli ingranaggi distorti del precariato (“La diga sta cedendo / E presto inizierò ad affogare / Il mio mondo crolla perché / Il mio lavoro non ti serve più”, My work no longer fits for you), le meccaniche subdole dell’abusivismo, del denaro guadagnato in sordina al prezzo di nessuna sicurezza; le famiglie, i figli, il silenzio dei padroni, la morte fisica e quella morale di chi si consuma all’aria carbonica di un poi, di un domani che hanno perso la valenza di diritto: vicende d’adesso, di un presente che crolla sull’asfalto della più normale quotidianità, processate in sordina dall’indifferenza, dalla negoziazione delle responsabilità, dal dissenso che troppo spesso resta muto, dalla codardia (la nostra) di chi ignorando crede di aggirare il pericolo. Lavoro, fame, paura, rivendicazione sindacale, assenza, coraggio: undici faccende di vita reale, in carne ed ossa, cantate al suono dell’unica musica possibile, l’unica musica in grado di amalgamare la resistenza al dolore. R-esistenza: un “credere di nuovo” che venga dall’aver toccato il fondo, dall’aver incrociato, sul fondo, gli occhi neri e umidi di chi ha provato a farcela, di chi ha sperato di farcela. Eroi della r-esistenza, cavalieri del debito, della famiglia come scudo e valore, uomini arredati dalla disperazione per un futuro da garantire ai propri figli, costi quel che deve costare (“Ho bisogno quei soldi / Come un orologio ha bisogno del tempo/ Per assicurare un po’di dignità/Ai miei figli e a mia moglie”, The Plant). Daniele Tenca scrive le loro (le nostre) storie nell’idioma primitivo del blues, in inglese. Allega al cd le traduzioni dei testi perché le note ci invitino ai contenuti, li definiscano, come lineamenti somatici, tratto su tratto. Il piglio dei pezzi (nove composizioni originali e due covers, Eyes On The Prize e Factory) è sanguigno, fluviale, quasi venisse da oltreoceano il solo accento leale alla sete di una qualche normalità, della giustizia necessaria. Suonati da Tenca e dai musicisti che da anni collaborano con l’armonicista americano Andy J. Forest, uno ad uno i brani prendono vita, arrivano al costato e stringono in pugni quel certo nodo alla gola: enormi di com-passione, di con-divisione, sono puro pathos blues, esperienza rock che filtra fra i dettami delle corde, di una ritmica che è sangue, polsi e vene gonfi di tempo, di un tormento che sceglie, all’omertà, la memoria. Un disco fiero, urgente, necessario: il piacere di fare musica sommato al coraggio di fare della musica uno strumento civico, etico. Eccellente.

Credits

Label: Ultratempo – 2010

Line-up: Daniele Tenca (vocals, guitars, harmonica, backing vocals, Farfisa organ) – Pablo Leoni (drums, percussions) – Luca Tonani (bass), Heggy Vezzano (guitars); con la partecipazione di Alex Aliprandi (banjo – tracks 8, 10), Cesare Basile (vocals, cigars box guitar – track 6), Sergio Cocchi (piano – track 5, Hammond B-3 organ – tracks 1, 6, 9, Wurlitzer -track 10), Antonio Cooper Cupertino (clap hands o- track 2, harmonium – track 5, cabasa – track 7), Deborah Falanga (backing vocals – track 2), Andy J. Forest (harmonica – track 11), Melissa Ghisleni (backing vocals – track 2), Massimo Martellotta (lap steel guitar – tracks 7, 8), Marino Severini (vocals – track 6)

Tracklist:

  1. Cold Comfort
  2. The Plant
  3. My work no longer fits for you
  4. 49 people
  5. Flowers at the gates
  6. Eyes on the prize (U.S.A. trad.)
  7. Spare parts
  8. Factory (B. Springsteen)
  9. The mills are closing down
  10. He’s working
  11. This working day will be fine

Links:Sito Ufficiale,MySpace

He’s Working – Preview

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