Lo scorso 16 dicembre Losthighways ha avuto il piacere di intervistare Francesco “Fry” Moneti, violinista dei Modena City Ramblers. La band è arrivata nella Capitale con il Tour che celebra i 15 anni del primo disco, Riportando tutto a casa. Diversi i cambiamenti che ci sono stati in questi anni nella band, ma lo spirito militante non è mai cambiato. Riportando tutto a casa Tour 2009 vede i Modena City Ramblers riproporre live la stessa scaletta di quindici anni fa. Qualcuno potrà pensare che quei pezzi siano ormai vecchi. Ma è qui che ci si sbaglia. Quei brani sono drammaticamente attuali, come lo stesso Davide “Dudu” Morandi li ha definiti nel corso delle due date romane. (I funerali di Berlinguer è in streaming autorizzato; foto di Rosa D’Ettore)
Nel 1994 avete pubblicato Riportando tutto a Casa. In questi quindici anni cos’è cambiato per i Modena City Ramblers sia sul fronte politico che musicale?
Per quanto riguarda la scena politica non è cambiato tanto. Anche le canzoni che canteremo stasera sono tragicamente attuali e mi riferisco a pezzi come Ahmed l’ambulante, Quarant’anni. Per la scena musicale adesso è un periodo abbastanza brutto, sembra banale dirlo ma è un periodo in cui le band emergenti fanno molta fatica a suonare e a fare dischi. C’è, come ben sai, il crollo delle vendite, i locali chiudono, veramente si sciolgono come neve al sole. Solamente quest’anno hanno chiuso il Maffia, un locale di Reggio Emilia per noi molto importante, ha chiuso il Fillmore, uno dei templi della musica italiana in Italia, il Rolling Stones, il Thunder Road, insomma tanti locali che avevano una vita ormai decennale hanno dovuto soccombere di fronte agli eventi. Noi resistiamo, riceviamo dei segnali sempre incoraggianti in quanto ci stiamo esibendo con dei sold out un po’ dappertutto. Purtroppo l’eccezione è stata la tua Napoli che non è andata benissimo come data. Poi in altre date a Reggio Emilia, a Roma, a Venezia abbiamo praticamente riempito ogni locale. C’erano anche ragazzi molto giovani, quella sorta di continuo ricambio generazionale che ci tiene in vita e ci fa molto piacere.
A proposito dei giovani. Ho sempre pensato che con questo tour sarebbero aumentate le presenze dei quarantenni, o comunque dei giovani sostenitori dei concerti del 1994. Invece già ieri sera e prima all’ingresso del Circolo ho notato che i giovani sono in netta maggioranza.
Ti dico la verità: speravo ci fosse un forte ritorno dei trentacinquenni, quarantenni e oltre, infatti c’è stato. Ma diciamo che il pubblico che affolla i locali è sempre quello dei giovanissimi, è il pubblico degli zainetti tra i sedici e i vent’anni. Poi come ti dicevo è una sorta di cerchio che va avanti perché comunque molti di questi erano veramente infanti quando abbiamo fatto il primo tour e quindi adesso hanno l’occasione di assaggiare quelle canzoni e l’approccio live che avevamo quindici anni fa e per ragioni prettamente anagrafiche non hanno potuto vedere in quei concerti.
Contessa, negli ultimi anni non l’avete portata live, ma il pubblico sembra che non si sia mai stancato di richiederla. Con il tour celebrativo riproponete la vecchia scaletta del 1994 e quindi anche quel brano. Mi chiedo se molti siano consapevoli che questo brano èin scaletta per un motivo ben preciso…
É consapevole perché lo abbiamo detto nelle interviste e lo diciamo ogni sera prima di eseguire Contessa, che tra l’altro è il secondo pezzo della scaletta. Questo concerto è un’istantanea di quello che eravamo quindici anni fa e quindi era giusto riproporre quel brano. È il tour celebrativo del primo disco e ci siamo anche posti l’interrogativo se farla o meno, se farla con il testo cambiato o solo strumentale. Però ci siamo detti “ragazzi non facciamoci troppi viaggi, noi abbiamo una coerenza per certi versi e abbiamo spiegato più di una volta perché il pezzo non lo facciamo, ma per questo tour permettiamoci di farla perché è il tour di quel disco. Poi quando ripartiremo con il prossimo tour molto probabilmente non la faremo”.
Come e quando nasce l’idea del Riportando tutto a casa Tour 2009?
È nata praticamente verso la fine del tour di Onda Libera, verso settembre mi pare. L’idea iniziale era quella di un tour teatrale, quindi molto diverso dal nostro solito, in cui ci misuravamo nuovamente con il teatro dopo l’esperienza molto positiva e molto breve di Raccolti, ormai del ’98. Siamo partiti con questo, un tour con un attore, un progetto molto ambizioso, molto bello a nostro avviso. Poi, per varie vicissitudini, abbiamo dovuto accantonarlo, ma lo riprenderemo tra qualche mese. Abbiamo, quindi, deciso di continuare a stare on the road e ci siamo resi conto che era il quindicennale del disco ed è partita quest’idea abbastanza naturale. Dopo un tour così importante come quello di Onda Libera con tanti suoni nuovi sul palco, tanti strumenti, tanti generi musicali trattati e suonati, abbiamo pensato di proporre un tour vecchio stile e abbiamo ripristinato la scaletta del 1994 per suonarla.
In questi anni tanti musicisti hanno incrociato la vostra strada. Da pochi mesi Arcangelo “Kaba” Cavazzuti e Elisabetta “Betty” Vezzani hanno lasciato la band, mentre per tutto il tour celebrativo sarà con voi Luciano “Lucio” Gaetani, uno dei fondatori dei Modena City Ramblers…
Gaetani è un Rambler ad honorem, non è mai veramente uscito. Tutte le volte che suoniamo a Modena, Bologna, Reggio Emilia fa la sua comparsata. Spesso e volentieri ha fatto dei minitour insieme a noi, sempre compatibilmente con gli impegni del suo lavoro. Gaetani ha sempre gravitato nell’area dei Modena City Ramblers e non potrebbe essere altrimenti. Per quanto riguarda le varie defezioni, ci sono state scelte di vita diverse. Kaba, per esempio, è da tanti anni che fa questo mestiere ed era il momento per lui di decelerare un po’. Ogni anno era sempre un po’ più stanco e diciamo che questa scelta di vita è stata presa in totale accordo. E riguardo Betty, sono sempre motivi di questo genere.
Scelte di vita che all’inizio lasciano un po’ perplessi…
Sì. Però sai, ora parla Fry non parla il gruppo, personalmente credo che, sia nelle storie d’amore o d’amicizia, nel lavoro, bene o male sia meglio stroncare piuttosto che andare avanti con dei dissapori dovuti alla stanchezza o magari al non identificarsi più nella strada musicale o di vita scelta. Quindi son convinto che siano sempre situazioni traumatiche, ma a mio avviso è molto più traumatico avere con sé persone che non mettono la tua stessa passione nel fare le cose.
Il 2009 volge al termine e vorrei provare a tirare un bilancio di quest’anno. Penso ad Onda Libera e al tour con la Carovana di Libera sulle terre confiscate alle mafie; penso al premio Arte e Diritti umani che avete ricevuto da Amnesty International; penso al libro più dvd di Onda Libera. Insomma com’è stato il 2009 per i Modena City Ramblers?
Ovviamente strapositivo. Fortunatamente ci troviamo sempre di fronte ad un pubblico numeroso, molto affettuoso e molto attento a quello che facciamo. Abbiamo avuto questa esperienza bellissima e senza precedenti per quanto ne so, in Italia, perché il tour di Onda Libera si è svolto prettamente sui territori confiscati alle mafie. È stata un’esperienza veramente bellissima e un collante pazzesco fra di noi, perché comunque in quei posti la tensione era veramente palpabile. Ti faccio un esempio, al concerto di Polistena, a Reggio Calabria, sono arrivate delle pietre sul palco. Evidentemente non eravamo molto graditi. Un tour che ha dato fastidio, ma un tour che ha fatto parlare molto di sé. Un’esperienza che mi auguro non sia finita qui. Probabilmente faremo altre cose con Libera, tra l’atro in questi giorni è in uscita un dvd+libro che raccoglie immagini dei live, backstage, interviste ai ragazzi di Libera. Questo libro ha visto coagulare attorno a sé tantissime personalità del campo musicale e autoriale. Hanno partecipato chiaramente senza ricevere né soldi o altro, un mostro sacro come il nobel Dario Fo, un grandissimo attore come Marco Paolini, ha dato il suo placito Paolo Hendel ma anche band “minori” ma validissime che non sempre hanno l’occasione di suonare davanti alle nostre platee, parlo dei romani Ned Ludd, i napoletani A67, gli aretini Casa Del vento, la Municipale Balcanica di Bari. Più che un concerto era un happening musicale a cui hanno partecipato tantissime persone che la pensano come noi.
Qui a Roma sono con voi i Ned Ludd, a Napoli ci sono stati gli A67. Come vi trovate a suonare con queste band, soprattutto quelle del Sud.
Il Sud è un po’ il cuore pulsante dell’Italia sotto l’aspetto musicale. Basta pensare al fenomeno della Notte della Taranta, e non solo. Il Sud pullula di cantine piene di ragazzi che suonano i loro pezzi, che riscoprono le loro radici, che suonano roba tradizionale mescolata a dei suoni magari moderni. Il cuore pulsante della musica italiana è il Sud ovviamente e ci siamo trovati benissimo a suonare con loro. Tra l’altro molti di questi ragazzi, immeritatamente, ci considerano un po’ i loro padrini e spesso e volentieri sono molto più bravi di noi. Diciamo che loro son contenti di suonare con noi e a noi fa molto piacere ospitarli.
Prima mi accennavi di un Tour teatrale, di cui già si parlava la scorsa estate. Cosa puoi anticipare ai lettori di LostHighways?
Si tratta di un tour che faremo con un attore di teatro di Bologna, un nostro amico che ha partecipato al tour di Onda Libera. Grosse anticipazioni non ne posso fare perché dobbiamo ancora organizzarci. Ora siamo presi da questo tour che probabilmente avrà anche una coda, perché contavamo di finire con le date di gennaio ma in realtà c’è stata una grossa richiesta da parte dei locali, dei promoter di tutta Italia affinché questo tour proseguisse. E quindi continueremo, in un momento di vacche magre per tutti ci stiamo divertendo e per quale motivo non dovremmo accettare altre dieci, quindici, venti date? Probabilmente questo andrà avanti anche a marzo e quindi per il tour teatrale bisognerà aspettare ancora.
Bisognerà aspettare anche per un nuovo disco o avete già in cantiere qualcosa?
Ce lo poniamo già questo quesito. Abbiamo voglia di fare delle cose, abbiamo dei pezzi che sono avanzati da Onda Libera, molto belli a mio avviso, abbiamo del materiale nuovo, abbiamo scritto delle cose durante il tour di Libera. È stato un tour talmente vivo, un momento così forte di comunicazione e di emozioni giornaliere che l’abbiamo trasferito in musica. Abbiamo registrato delle cassette attraverso gli iPhone, ci sono molte idee musicali, molto materiale, c’è molta carne al fuoco, ma non so dirti assolutamente quando uscirà e quando ci metteremo a lavoro con il disco.
Ho un’ultima cosa da chiederti e poi sei libero di andare. Pensavo di inserire un brano tratto da Riportando tutto a casa in streaming per ques’intervista. Però vorrei che scegliessi il brano motivando la tua scelta.
Sì. Oddio. Aspetta un attimo, mi prendi un po’ alla sprovvista perché poi i brani sono tutti figli nostri. I funerali di Berlinguer può andare. L’abbiamo suonato all’anniversario della morte di Enrico Berlinguer a Bologna. É stato un momento molto bello, intenso: c’era Piazza VIII Agosto stracolma di giovani e non giovani e anche lì abbiamo suonato insieme ad altri artisti come Andrea Mingardi, Casa Del vento, Skiantos…