Dodici gradi di grigio sono i dodici passi verso l’estinzione di un amore. Ci sono storie che si trascinano come ubriachi ai margini della strada. L’inverno entra Dentro e La Struttura del vuoto diventa lo specchio di luci cangianti per chi continua a credere in quello che vede morire ogni giorno. Questo è l’universo tematico del secondo album della band napoletana Il Vortice, che si muove su geometrie ritmiche serrate e riff di chitarra appartenenti alla scuola alternative rock di matrice anni 90. Le influenze sono ascrivibili da un lato a band americane come Incubus, Creed e Soundgarden e dall’altro lato a band nostrane come Marlene Kuntz e Massimo Volume. Tutti i riferimenti sono metabolizzati e rielaborati con la finalità principale di far scorrere un suono ruvido e riflessivo che scioglie liriche profonde ed esistenziali. La struttura del Vuoto, Dentro, Etere, La lettera e Inlamina sono manifesti di dolore interiore intrappolato in forma rock, come metafora di grida soffocate nello stomaco. Ad impreziosire il progetto interessanti collaborazioni con Mauro Sommella (LEV), Massimo Nappi, Luca Di Maio (Insula Dulcamara) e Ciro Tuzzi (EPO). Il Vortice ripropone quel certo approccio nel produrre dischi rock che è andato perso negli ultimi dieci anni. L’obiettivo di voler a tutti costi cercare sperimentazione ed importare stili sui generis non ha portato sempre a risultati eccezionali. Progetti come Il Vortice, sostenuti dall’etichetta Imakerecords, potrebbero riportare in auge quel modo di fare rock che sollevava movimenti. Album catartico da amori finiti.
Credits
Label: Imakerecords – 2010
Line-up: Michele De finis (Voce, Chitarre) – Massimo Nappi (Basso) – Alessio Sica (Batteria).
Tracklist:
- Vedi?
- La struttura del vuoto
- L’equazione
- Dentro
- Occhiodipesce
- Etere
- La lettera
- Caratteri
- Inlamina
- Beautiful sadness
- L’altro
- Istruzioni (per un addio)
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Un solo commento
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