Un uomo di 52 anni è in scena nella capitale. Un uomo che grida la sua rabbia con tutta la voce che ha. Un uomo dai grandi occhi azzurri nei quali custodisce un’esperienza di vita. Se ci si sofferma solo per un attimo a pensare alla sua biografia, ci si rende subito conto con chi si ha a che fare. E’ un uomo di cultura, un uomo che si muove spinto dalla passione e dalla rabbia, appunto. E’ un uomo curioso, attento, ironico, dolce, disponibile. A lui tutto è permesso.
Sto parlando di Giorgio Canali, che negli ultimi trent’anni ha contribuito a creare la storia del rock in Italia.
Giorgio Canali & Rossofuoco salgono sul palco del Circolo degli Artisti di Roma la sera del 16 gennaio 2010. Il pubblico è numeroso e fa sentire la propria presenza.
Quello della foto è il primo brano in scaletta. Da questo momento è un susseguirsi di brani tratti da Tutti contro tutti, Nostra Signora della Dinamite, Che fine ha fatto Lazlotoz.
Le ballate dell’ultimo disco, come Lezioni di poesia, Tutti gli uomini, Nuvole senza Messico, Rifugi d’emergenza, Nostra Signora della Dinamite, MP nelle BG si alternano ai brani più duri degli album precedenti, così si susseguono Questa è la fine, Se viene il lupo, Mostri sotto il letto, Precipito, AleAlè.
Il concerto scorre impeccabile fino alla prima uscita di scena da parte dell’intero gruppo. É la solita uscita, quella prima della fine. Ci si aspetta quindi ancora qualche brano. Improvvisamente però il dj della serata decide di iniziare con le basi. Il pubblico grida, chiede altri brani.
Buona parte del pubblico non è lì per ballare, ma per Giorgio Canali & Rossofuoco. La band sta per risalire sul palco, quando è chiaro che qualcuno non intende far proseguire il concerto. Luca Martelli è accanto alla sua batteria e fa capire al pubblico che non dipende da loro. Qualcosa però si smuove … e “vaffanculo”, Giorgio Canali & Rossofuoco sono di nuovo sul palco. Canali nell’introdurre l’ultimo brano afferma: in Italia c’è chi suona e chi fa il dj” ed in questo modo salutano il loro pubblico con No Pasaran.
Il live è stato impeccabile, ma l’unico problema che spesso si riscontra ad un concerto è il pubblico. Se aggiungiamo anche il fattore sabato, il live può trasformarsi in una bomba. C’è sempre qualche deficiente fuori dal contesto. Qualcuno è lì che aspetta tranquillo la fine del concerto per iniziare a ballare. Qualcuno però si anticipa. Ti ritrovi accanto persone che ballano, mandano sms dando le spalle al palco. Peccato, non sanno cosa si stanno facendo sfuggire.
Ha ragione Canali: “Fatevi fottere!” (Lost Gallery)