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Alla ricerca di ciò che soltanto l’arte ci può dare: intervista a le Visioni di Cody

vc_inter01Le Visioni di Cody sono una giovane band che vive e si muove tra Bologna ed il cesenate. Cacciatori di poesia, scopritori di bellezza, inventori di melodie, scultori di emozioni: le Visioni di Cody sembrano così puri che non si può rimanere indifferenti.
Giunti al secondo lavoro discografico, pronti a chiudersi in studio a registrare il loro terzo disco, la band si propone al grande pubblico con la promozione più diretta ed immediata possibile: il dono. Le Visioni di Cody offrono in esclusiva ai lettori di LostHighways il loro secondo disco, Écrasez l’Infâme! in free-download.
Per questa occasione incontriamo virtualmente la band per conoscere meglio qual è la linfa vitale che scorre nelle loro canzoni.

Era l’Aprile del 2008 quando vi ascoltai la prima volta, e la magia dell’anima di Faber viveva nella prima traccia del vostro Ep, Semiotique. Da quel giorno ne è passata di acqua sotto i ponti, ma se volessimo ripercorrere al contrario il corso d’acqua, come i salmoni, se volessimo scoprire la fonte, dove la troveremmo?
Nei corridoi di un Liceo Scientifico, in un paesino dell’Appennino Tosco-Romagnolo addirittura segnato nella cartina geografica.

La vostra musica è legata con il doppio filo alla poesia e l’arte tutta, letteratura, cinema e fumetto. I testi delle canzoni sembrano però sempre nascere da eventi vissuti e quotidiani, vicini, semplici e straordinari proprio in quanto veri. Come possono convivere le visioni poetiche e le realtà più tangibili?
Vita e poesia non possono essere scisse neanche nelle realtà più tragiche. Pensa che la visione poetica di Duchamp che ha finito i suoi giorni giocando a scacchi perché la vita è un opera d’arte convive con l’immagine dell’ex moglie che gli incolla i pezzi alla scacchiera, durante la luna di miele, e poi lo molla.

<vc_inter02La città di Bologna è stata musa ispiratrice di tanti artisti: riesce ad esserlo ancora? La Bologna attuale conserva ancora qualcosa di quella, per esempio, del grande Andrea Pazienza?
Bologna ha ispirato anche noi, il passaggio dalla provincia alla città è stato stimolante nel bene o nel male. Della Bologna di Pazienza è rimasta solamente la memoria. Quella generazione cerca per quanto può di mantenerla ancora viva, in realtà viaggia in bilico su una linea molto sottile. Le nuove generazioni di cui facciamo parte e quindi conosciamo bene si dividono tra chi ha nostalgia di quel periodo e chi non ne è neanche cosciente.

Il tempo passa e la tecnologia evolve: per la musica il supporto digitale è ormai lo standard, e da oggi lanciate in esclusiva su LostHighways il free-download dell’intero vostro ultimo album Écrasez l’Infâme!. Parlateci di questa scelta, delle sue motivazioni.
E’ uno stratagemma che abbiamo già utilizzato per Semiotique, cercando in principio di vendere il disco per autofinanziarci, passando poi al free-download con l’intento di farci conoscere il più possibile, arrivare sempre più lontano.

Il progresso tecnologico però non riesce a svilire l’unicità degli oggetti e degli eventi: il concerto rimane sempre il luogo della musica, ed il disco svolge l’importante ruolo di materializzare la musica. Non penso sia un caso la particolarità dell’artwork dei vostri dischi. Come è nata l’idea per la copertina di Écrasez l’Infâme!?
Abbiamo cercato di creare un progetto ben più ampio della sola musica incrociando altri ambiti artistici. Sarah Mazzetti, autrice dell’artwork, ha avuto, ed ha tuttora, carta bianca per tutti i progetti sviluppati assieme. Lo stesso vale per Pietro Bondi alla fotografia e Milena Crociani per il teatro.

State lavorando al prossimo album: i brani in costruzione vivono della stessa linfa di Écrasez l’Infâme! e Semiotique o qualcosa è cambiato nella vostra musica e nella sua natura?
I suoni e i temi trattati nell’Infâme sono già un discorso chiuso, fare un nuovo disco per noi non può prescindere da un cambiamento, un’evoluzione. Fra non molto potremo commentarlo assieme.

Molte band emergenti nascono cantando in inglese: per voi ci sono mai stati dubbi? L’uso dell’italiano è una scelta, una necessità o una situazione?
A dire il vero siamo nati come band noise con testi rigorosamente cantati in inglese… abbiamo capito in fretta che non era il caso! Con gli anni è venuto spontaneo passare all’italiano, riappropriarci della nostra splendida lingua sulla quale possiamo lavorare meglio.

Quali sono le principali difficoltà per una band come la vostra? Parlo di promozione, occasioni per suonare dal vivo, riuscire ad entrare in un sub-mondo musicale, quello indipendente, che talvolta pare spesso e troppo chiuso?
Tutto quello che hai detto.

vc_inter03Per ultimo: chi è “l’Infâme”? Come dobbiamo schiacciarlo e come possiamo difenderci da esso?
Abbiamo preso in prestito una citazione di Voltaire che  intendeva per infame la religione costituita ed il clero. Noi non ci sentiamo avulsi dal contesto politico e sociale che ci circonda, sia a livello nazionale che internazionale e cerchiamo di esprimere il nostro dissenso politico ogni qual volta ne abbiamo l’occasione.
Un modo per combattere l’ignoranza e la cattiveria che ci circondano è godere dell’aspetto ricreativo ed educativo che solo le arti possono darci.

Link: Free Download full album
www.myspace.com/visionidicody
www.myspace.com/1991agency
http://www.collapsedrecords.it/

Di riflesso – Preview

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