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Cinema senza pellicola: Tecnosospiri w/ Paolo Benvegnù @ Auditorium Parco della Musica (Rm) 24/01/10

tecnosospiri_liveL’Auditorium Parco della Musica di Roma apre le sue porte alla musica delle nuove generazioni tramite la rassegna “Generazione X”, oramai giunta alla quinta edizione. Stasera sul prestigioso palco del Teatro Studio ci sono i Tecnosospiri che presentano il loro show insieme al padrino d’eccezione Paolo Benvegnù, mentre in apertura c’è spazio per i Luminal, la band romana che dopo la pubblicazione del suo disco d’esordio, Canzoni di Tattica e Disciplina, ha sempre mostrato di saperci fare davvero. E quella mezz’ora a loro disposizione conferma tutte le buone impressioni che avevamo avuto. Il loro rock regge molto bene la prova dell’Auditorium: il sound è ottimo, potente e cattivo quanto basta, basso e batteria poderosi, le distorsioni delle chitarre si impastano e si intrecciano a dovere e donano vigore ai testi ora cantati, ora pronunciati, ora cantilenati a turno da Alessandra Perna e Carlo Martinelli. Ottima prova di rock.

Arriva il momento dei Tecnosospiri che presentano il loro terzo lavoro, I Lupi, prodotto da Amerigo Verardi e uscito di recente. Nessuna parola precede l’esibizione, ma il primo brano ci introduce già nell’atmosfera avvolgente del concerto. C’è intensità nelle parole pronunciate, in quel sound che si forgia su una sezione ritmica basilare di basso e batteria, su una chitarra elettrica e sulle note di metallo di una chitarra acustica che accompagna. C’è emozione ma anche sicurezza. C’è il sentimento che scaturisce prettamente dalla musica che ammalia, dalle note che divengono suono affascinante. C’è la rabbia, il ricordo, la pietà, tra gli spunti critici che i loro testi contengono e suggeriscono. Una critica attuale, quotidiana, mai scontata, amara ma proposta con l’intelligenza di chi guarda il mondo dal di fuori, di chi ha occhi per vedere anche ciò che tutti gli altri non vedono, perché c’è chi decide che sia meglio non vedere. Come in uno stato di trans, di immedesimazione totale, Claudio Marciano fa delle brevi introduzioni per presentare i brani e parlare della tragedia del Darfur, della prostituta nigeriana uccisa dalla tubercolosi alle soglie del 2010, del genocidio dei mass media, della crisi dello Stato, o per dedicare un brano a Stefano Cucchi. Il pubblico dell’Auditorium apprezza, applaude e rispetta e quasi rimane coinvolto in quell’atmosfera pregna d’emozione e vicinanza che si è creata tanto che a nessuno importa delle imprecisioni d’intonazione della voce.
Ci vuole l’entrata in scena di Paolo Benvegnù per cambiare un po’ atmosfera. Col suo solito “savoir faire” e con qualche battuta rompe il silenzio del publlico che attende paziente mentre accorda la sua chitarra elettrica. L’ambiente si distende un po’, si torna a quelle atmosfere amichevoli dei concerti di Benvegnù, dove il pubblico risponde alle sue domande, e quasi ci si dimentica di essere all’Auditorium. Paolo suona diversi brani insieme ai Tecnosospiri, accompagnandoli alla chitarra e sostenendo la voce di Claudio Marciano. Il feeling è così buono che quasi non sembra la prima volta che questi artisti si trovino a suonare insieme. Particolarmente d’effetto è il loro duetto sulle splendide parole di Senza Fine. E c’è spazio anche per un paio di brani dal repertorio di Benvegnù, quali Suggestionabili e Rosemary Plexiglass. Benvegnù è un mito per molte delle persone presenti in sala, sentire la sua voce in primo piano è qualcosa che mette i brividi. Ma stasera Paolo accompagna rendendo più bello ciò che lo era già di per sé. I veri protagonisti della serata sono i Tecnosospiri e gli applausi che li spingono a tornare sul palco per i bis ne sono una dimostrazione adamantina.
Onore a questi ragazzi che, attraverso la loro musica che spazia dall’alt rock più energico al pop leggero con incursioni nella wave e nel post rock, hanno saputo farci vivere una serata intensa, persi tra la forza delle note e la pregnanza delle immagini rievocate alla mente. (Foto di Cristina Palmarini)

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Un solo commento

  1. splendida serata.
    con una sana immersione in pensieri che finalmente, ti lasciano qualcosa.
    i Tecnosospiri ci riportano a quello che non c’è più.
    con la speranza di ritrovare le nostre speranze. le nostre passioni. la cultura dimenticata dalla tecnologia. gli spazi che la gioventù non possiede.
    con Paolo come padrino, è stato una speciale immersione in un caldo limbo avvolgente, famigliare.
    un farsi condurre per mano sulle soglie di noi stessi.

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