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Il Ritmo nel Tacco: intervista agli autori

ritmoneltacco01Il Ritmo nel Tacco è un libro che parla del Salento, della musica che lo muove, dalla origini ad oggi, toccando temi politici, sociali e culturali. Di Mauro Cardinale (già autore di Burned), Gabriele Blandini (musicista in molteplici ed importanti progetti con Swing Big Band, Papa Chango, Giro di Banda, Cruska, Skarlat etc.) e Gabriele Donadei (Presidente dell’Associazione Culturale GAMAGA). Finanziato dalla Regione Puglia, questo libro racchiude le testimonianze di alcune delle più importanti realtà musicali che hanno portato in alto il nome del Salento in Italia e all’estero: Sud Sound System, Après La Classe, Cesare Dell’Anna e Raffaele Casarano. Staccandosi dal luogo comune che il Salento è solo pizzica e taranta. Riconoscendo le tradizioni, superandole, accrescendole di esperienza e coraggio. Tutto questo accompagnato dalle testimonianze fotografiche di Flavio&Frank, che insieme al lavoro grafico di Amleto Melgiovanni, rendono questo libro un piccolo gioiello di dedizione, arte, professionalità. La prefazione è di Caparezza.

Quando avete pensato di presentare il progetto de Il Ritmo nel Tacco a Principi Attivi (vincendo poi il bando di gara), vi aspettavate esattamente quello che è avvenuto dopo? Doveva andare così quello che avevate ideato in mesi di preparativi? Gabriele Donadei: Alcune cose non sono andate proprio come avevamo pensato all’inizio. Noi speravamo che ci fosse molto calore intorno a questo lavoro, ma le cose sono andate oltre le migliori previsioni. Abbiamo trovato sulla nostra strada persone magnifiche che ci hanno aiutato, come i fotografi Flavio e Frank Sabato, il grafico AmletoM e gli artisti che hanno collaborato attivamente e generosamente. E poi quello che ci ha fatto rimanere senza parole è stato il grande pubblico della presentazione ufficiale del libro. Più di cinquecento persone, venute da moltissimi paesi della provincia di Lecce ed oltre, hanno invaso il Teatro Comunale di Aradeo, che noi timidamente avevamo prenotato. Il successo di quella serata speciale è stata una grande emozione. Gabriele Blandini: Sinceramente il successo riscontrato nei mesi successivi è stato quasi inaspettato. Abbiamo lavorato sulla promozione completamente da soli, senza nessun ufficio stampa, riuscendo a catalizzare l’attenzione dei media sul nostro progetto. Questo lavoro ci ha permesso di far comparire il nostro lavoro anche su magazine di musica e giornali a tiratura nazionale.

Avete scelto di parlare di musica perché pensate che sia il mezzo più diretto per raggiungere i lettori, perché siete coinvolti in prima persona nel settore o perché pensate che non era stato ancora detto abbastanza? Mauro Cardinale: Per tutti e tre i motivi. Innanzitutto può essere utile per avvicinare al libro ed alla lettura in generale i giovani, ai quali il libro è principalmente indirizzato. Poi volevamo indagare ulteriormente alcuni aspetti fondamentali ma poco conosciuti del business musicale salentino. Abbiamo tentato di scrivere della musica salentina ed anche di farla vedere attraverso delle splendide fotografie che danno un volto ed un’ambientazione a quello di cui parliamo nel testo. Inoltre riteniamo che questi artisti abbiano fatto tantissimo per la nostra terra, in termini di rilancio e promozione, non solo a livello strettamente culturale. Gabriele Blandini: Abbiamo cercato di parlare dell’argomento che accomuna noi tre. Io stesso sono un musicista e sin da piccoli siamo stati sempre interessati all’organizzazione di eventi: ci piaceva mettere in luce anche questa parte nascosta del lavoro di un musicista.

ritmoneltacco02Cesare Dell’Anna, nel vostro libro, scrive di se stesso definendosi uno dei pochi che ha rischiato, sottolineando che oggi non rischia più nessuno. Si riferiva allo scambio di culture e di tradizioni, ma in un’ottica più ampia, perché non si rischia più? Con questo libro, pensate di aver rischiato, in qualche modo? Mauro Cardinale: Credo di sì, abbiamo messo insieme tre diverse forme di arte, realizzando un libro-book fotografico che parla di musica. Scrittura, musica e fotografia in un’unica opera. Avremmo potuto scrivere la biografia degli artisti salentini, magari arricchirla con qualche foto di repertorio. Invece, grazie alla preziosa collaborazione di Flavio&Frank Sabato e Amleto, abbiamo sperimentato questa formula, peraltro in un formato editoriale del tutto originale. Gabriele Donadei: Cesare ha ragione quando dice che non si rischia più, in quanto c’è, non solo nella musica, troppa accondiscendenza verso situazioni palesemente sbagliate, ma nessuno ne parla per non diventare un personaggio scomodo e per non aver problemi. Da questa considerazione nasce anche “l’accondiscendenza artistica” che molte volte ti porta a seguire le mode del momento.

Nel vostro libro si legge benissimo cosa dà l’essere salentino, cosa regala l’appartenere a questa terra. Si legge altrettanto bene cosa manca. Ma cosa toglie, il Salento, a chi ci vive? Gabriele Donadei: Com’è vero che il Salento dà tanto a chi lo vive, è anche vero che il Salento toglie qualcosa a chi lo vive per tutta la vita. Toglie opportunità, occasioni di lavoro, modi di emergere. E’ come canta Caparezza in Vieni a ballare in Puglia, in cui alla fine ammette che potrebbe morire senza la sua Puglia, ma che allo stesso tempo potrebbe morire insieme alla sua Puglia. Magari nel 2010 le nuove tecnologie di comunicazione hanno ridotto le distanze e anche il gap che comportava stare a Lecce piuttosto che a Milano, però è indubbio che il Salento sia qualcosa di cui ogni tanto ti devi privare fisicamente, per poi ritornarci “cresciuto” e con un bagaglio di nuove esperienze.

Raffaele Casarano, nel vostro libro, racconta del suo Locomotive Jazz Festival. E’ la testimonianza di quanto sia importante non andare via dalla propria terra per crescere professionalmente, ma credere in un cambiamento dall’interno. Voi personalmente pensate che sia giusto lottare sul campo, o conoscere altro prima di vivere e apprezzare la propria casa? Gabriele Blandini: Raffaele Casarano è l’esempio di questo modo di vivere. E’ un jazzista apprezzato in tutta italia e anche all’estero, ma continua a vivere e produrre musica nel Salento senza particolari problemi. Continua a vivere nel suo paese natale nonostante i suoi lunghi tour internazionali e per questo va senza dubbio stimato. E’ una scelta difficile che io condivido: restare nella propria terra per crescere con la propria terra.

Sud Sound System e Après la Classe sono stati i precursori del cantato dialettale nelle loro canzoni, allargandolo in tutta la nazione. Quanto questo ha rafforzato lo spirito di appartenenza? Quanto ha riscattato la paura dei nostri padri e la loro vergogna di essere solo terroni? Quanto conta, per voi “nuova generazione” il riconoscimento delle proprie radici? Mauro Cardinale: Credo che questi artisti abbiano contribuito in modo decisivo ad abbattere barriere e pregiudizi, e per questo dobbiamo esserne grati. Andare a Milano o a Torino ed ascoltare migliaia di giovani che cantano Le radici ca tieni o Lu sule, lu mare, lu ientu in dialetto salentino è una soddisfazione ed un segno del cambiamento, soprattutto se si pensa ai cartelli “Vietato l’ingresso ai terroni” di qualche decennio fa. Questo “rinascimento” della cultura salentina e la sua affermazione oltre i confini del Salento ci rende orgogliosi, l’importante è non esagerare negli aspetti più “commerciali”. Perchè la cultura non è una moda, non è un prodotto da vendere sugli scaffali e basta. Bisogna coltivarla e rispettarla.

ritmoneltacco03State pensando ad un seguito? C’è qualche altro artista che avreste voluto citare nel vostro libro? Gabriele Blandini: Ancora non c’è nulla in programma, ma sicuramente una band che sta dando tanto alla nostra terra è quella dei Negramaro. Abbiamo contatti diretti con loro e ci dispiace che non siano parte de Il ritmo nel tacco. Cercheremo di coinvolgerli in un eventuale sequel del libro e siamo sicuri che ne saranno felici. Mauro Cardinale: Il ritmo nel tacco ha ancora tanto da dare: stiamo continuando la promozione supportati dagli artisti citati, ed il riscontro è sempre ottimo. Le date le trovate su myspace.com/ilritmoneltacco.  Quando ci renderemo conto di aver finito il lavoro, senz’altro penseremo ad un seguito coinvolgendo altri protagonisti della scena culturale salentina.

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