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Il fumettista Parisi illustra il free jazz di Coltrane

copertinacoltranePaolo Parisi, uno dei più promettenti talenti italiani, ha pubblicato l’anno scorso un fumetto biografico dedicato al celebre sassofonista statunitense John Coltrane. Il titolo è semplicissimo: Coltrane. L’autore toscano, classe 1980, vive e lavora a Bologna, dove ha iniziato nel 2005 a realizzare fumetti completamente autoprodotti che spesso distribuiva gratis, finché non ha visto presentarsi l’opportunità di lavorare a un vero e proprio libro, quello su John Coltrane, che l’ha tenuto impegnato per più di due anni.
Il testo non segue un ordine cronologico lineare ma evoca l’itinerario mistico di A Love Supreme (Impulse, 1964), l’album fondamentale della discografia del jazzista e l’unico della produzione coltraniana ad essere strutturato con quattro distinte tracce che costituiscono un solo brano organico.

Ispirandosi al disco, Parisi suddivide il testo in quattro distinti capitoli intitolati proprio come le tracce dell’album: Acknowledgement, Resolution, Pursuance e Psalm. Il fumettista interseca le vicende personali del famoso sassofonista con un preciso arco della storia degli Stati Uniti d’America e, grazie a una serie di salti temporali e flashback, fa convergere ogni evento in una narrazione compatta e organica.
Si parte dalla problematica infanzia nella Carolina del Nord, per poi passare ai primi ingaggi come session man a Philadelphia, agli incontri con Thelonious Monk, Duke Ellington, Archie Shepp, Elvin Jones, McCVoy Tyner e Bill Evans, all’interesse per la musica indiana e la ricerca verso sonorità mistiche e ultraterrene che si concretizzano nell’esperienza religiosa di Ascension. L’uscita per Coltrane dall’anonimato arriva, naturalmente, con Miles Davis e Eric Dolphy; il rapporto con questi ultimi due è il tema più toccante, un vero “assolo” che percorre tutta la storia. Incrocia la condizione dei neri d’America nel contesto socio-politico degli Stati Uniti di quegli anni, le Black Panther e l’apartheid , il Ku Klux Klan con la lotta per i diritti civili di Malcolm X e il soffocante clima politico di segregazione che si respirava. Fino alla spirale negativa in cui lo trascina l’abuso di eroina che gli procura danni alle gengive tanto gravi da impedirgli di suonare, un momento critico per Coltrane che vede sfumare tutti i suoi ingaggi. C’è spazio anche per i complicati rapporti interpersonali con le sue due mogli – Naima e Alice – oltre alla spiritualità, alle sperimentazioni, alle aperture al free jazz, alle sessioni in studio e al leggendario concerto del 1967 tenuto al centro di cultura africana Olatunji di New York. Tutti elementi che si intrecciano in questa bio-graphic novel dedicata al grande sassofonista, il più importante innovatore del jazz degli anni sessanta.
Parisi ha cercato di ricreare nella sua opera il ritmo della musica jazz. Sfogliare ogni pagina del libro significa cambiare situazione, luogo e tempo. Significa scandire un beat. Le vignette non svolgono solamente la loro funzione narrativa ma diventano istantanee esclusive in grado di ricreare il silenzio e l’atmosfera di quel periodo così fervido per la musica jazz.
“Ogni cosa deve essere fatta a suo tempo. Stiamo cercando di spingerci oltre, verso qualcosa di nuovo”. (Coltrane, p. 73).

Paolo Parisi – Coltrane, collana Biopop (Black Velvet Editrice, 2009; pp. 128)

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