Il pendolo scandisce il suo tempo nella notte interiore. La cattedrale dell’Io oscuro apre le sue porte e deflagra saette di rumore e voce… The Claim. Siamo tutti un pò Bad Apple Sons. Scorticare la noia per incendiarci sulla strada del giorno dopo. Soffocare i rantoli dello spleen inseguitore. I suoi passi nel martellante ritmo di brani come Take this moral tea e Back Room Facials. Lievitando in un mantra di fine Apocalisse sarà facile abbandonandosi alle atmosfere di Whales are watching e risvegliare l’urlo primordiale Y.O. (Screaming monkey). In un vortice ipnotico di Namby Pamby esploderà un desiderio strano di insensibilità. Il suono dei Bad Apple Sons è flusso di coscienza lynchiano screziato di umori dannati alla Tool, che a tratti si spengono in movenze suadenti alla Steve Von Till (nelle vesti di Harvestman) o di uno sciamanico Jim Morrison. Siamo davanti ad un intenso ed oscuro disco di debutto di questa band fiorentina che non ha nulla da invidiare alle proposte straniere di tale genere. Un disco ipnotico e catartico.
Credits
Label: Autoprodotto – 2010
Line-up: Andrea Ligia (batteria e percussioni) – Andrea Cuccaro (basso) – David Matteini (chitarre e voce) – Clemente Biancalani (voce, tastiere, percussion).
Tracklist:
- Matter horn
- The claim
- Take this moral tea
- Back room facials
- Whales are watching
- Y.O. (screaming monkey)
- Namby Pamby
- Matter horn II
- I’m the cutter
- Brag about
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Un solo commento
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