Ci sono voci che non possono essere ignorate quando si parla di musica perché certe voci sono La Musica. Ci sono artisti che non possono essere dimenticati perché se ci si scordiamo di loro allora non abbiamo ancora capito cosa sia l’Arte. Ci sono note che non hanno bisogno di un viso per arrivare al cuore, basta la Voce. In questi giorni si è festeggiato il settantesimo compleanno di Mina, quella che possiamo tranquillamente definire una delle migliori Voci del panorama musicale italiano ed internazionale. La facciamo gli auguri raccontandovi da dove arriva la Tigre di Cremona.
Mina, nome d’arte di Mina Anna Mazzini, nasce a Busto Arsizio il 25 marzo 1940. E’ cresciuta a Cremona, città con la quale è in qualche modo identificata da quando la giornalista e amica Natalia Aspesi coniò per lei il soprannome Tigre di Cremona. L’amore per la musica parte dall’infanzia grazie a nonna Amelia, che era una cantante lirica. Nell’estate del 1958, una sera alla Bussola di Marina di Pietrasanta, in Versilia, gli amici la sfidano a salire sul palco: Mina accetta ed è così che nasce una stella. Il suo entusiasmo, la simpatia, ma soprattutto la voce eccezionale e la gestualità stravagante conquistano chi l’ascolta. Davide Matalon, patron della Italdisc, le fa incidere quattro canzoni: Be bop a lula e When con l’etichetta Broadway e il nome di Baby Gate; Non partir e Malatia con l’etichetta Italdisc e il nome Mina e da qui parte la sua scalata al successo. Nel 1959 arriva Tintarella di luna, brano con il quale raggiunge per la prima volta la prima posizione in hit-parade. “Quando sei qui con me / questa stanza non ha più… pareti, / ma alberi… alberi infiniti.” Siamo nel 1960 ed esce Il cielo in una stanza, brano scritto da Gino Paoli che diventa il 45 giri più venduto dell’anno. Sono gli anni della partecipazione a Canzonissima, di brani come Tintarella di luna o Una zebra a pois. Inizia qui il suo rapporto di amore/odio con la stampa: da una parte c’è chi la osanna, ma dall’altra ci sono quelli sempre pronti a prendere ogni palla al balzo per gettarle fango addosso. Clamorose sono le polemiche che seguono la sua partecipazione al festival di Sanremo del 1961 col brano Le mille bolle blu. Il gesto con la mano sulla bocca a molti sembra uno sberleffo e questo le scatena contro una campagna stampa negativa che la porta ad allontanarsi definitivamente dal palco dell’Ariston e da tutte le altre gare canore. Nonostante tutto, Le mille bolle blu riscuote uno straordinario successo di vendite, ma soprattutto di ascolti (in quegli anni la misura del successo di un brano era definita anche in base alla richiesta dello stesso nei juke-box). Dopo un’assenza dalle scene dovuta alla nascita del figlio Massimiliano, ma anche all’ostracismo seguito allo “scandalo” generato dalla sua relazione con Corrado Pani, nel 1964 Mina ritorna ufficialmente in televisione nel programma di Mike Bongiorno La fiera dei sogni, lanciando È l’uomo per me, con cui riconferma la sua leadership in hit-parade. “E se domani / io non potessi / rivedere te”. Esce il primo album per la Ri-Fi, intitolato Mina e quasi interamente composto da cover: gli unici due brani in italiano sono E se domani e Non illuderti e viene eletto il migliore dell’anno dalla critica specializzata, riconoscimento che valse alla cantante l’Oscar del disco ’64. Un anno d’amore, Brava sono due dei brani che contribuiscono ad accrescere il successo della cantante tra il 1964 e il 1965. “Lo stupore della notte /spalancata sul mar /ci sorprese che eravamo sconosciuti / io e te.” Siamo nel 1966 e Mina si appresta a lanciare Se telefonando, brano che nel tempo diventerà una delle canzoni italiane più note e più belle in assoluto. Nel 1967 Mina fonda a Lugano la PDU, unica casa discografica per la quale da allora ha inciso, cambiando solo la distribuzione. Reinterpreta La canzone di Marinella dell’allora sconosciuto Fabrizio De André, che in seguito scriverà: “Se una voce miracolosa non avesse interpretato nel 1967 La canzone di Marinella, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all’avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti“. Gli anni settanta sono quelli di Grande grande grande (1971), Parole parole (1972), E poi… (1973) e delle collaborazioni col duo Mogol/Lucio Battisti, che le affidarono Insieme (1970), Io e te da soli ed Amor mio (1971), e con Giorgio Gaber. Il 1974 è l’anno del suo addio televisivo, ma il successo non l’abbandona. Dalla collaborazione con l’autore Cristiano Malgioglio nascono brani come L’importante è finire (1975) ed Ancora ancora ancora (1978). Il 1978 è anche l’anno del suo definitivo addio alle scene con un concerto tenuto alla Bussola. Anche un uomo (1979), Rose su rose (1984), Volami nel cuore (1996), Portati via (2005) sono solo alcuni dei successi più recenti di Mina, a dimostrazione che l’immagine non serve quando c’è la sostanza. Mina è un’artista sempre viva, che si è saputa rinnovare negli anni stupendo ogni volta. Famosi i suoi duetti: Questione di feeling (1985) con Riccardo Cocciante, Via di qua (1986) con Fausto Leali, il disco Mina Celentano, realizzato nel 1998 fino alle più recenti Stay with me con Piero Pelù (1999), Mogol-Battisti (2006) con Andrea Mingardi e Adesso è Facile (2009), con gli Afterhours. Per il 14 Maggio 2010 è prevista l’uscita di un nuovo album contente 14 brani inediti. Siamo sicuri che sarà una sorpresa e che la Tigre saprà ancora una volta graffiarci l’anima con la sua voce. E allora… tanti auguri a Mina, la vera Signora della musica italiana!