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Quanti ne sacrificheresti? – Facciascura

facciascuraIl progetto Facciascura vede la luce alla fine degli anni ’90 mentre l’esordio discografico giunge in questi giorni, in uno zoppicante inizio di primavera del 2010, per l’etichetta veneta Vrec. Dunque, perchè tutta questa attesa per la realizzazione di un disco? Nella biografia della band si legge di numerosi cambi di line-up ed una intensa attività live, ma in realtà credo che ogni spiegazione sia valida vista la qualità dell’album. Quanti ne sacrificheresti? è un esordio maturo come pochi capita di ascoltarne, e penso che proprio questa assenza di smania di fare ed arrivare, caratterizzante invece molte band emergenti, abbia giocato a favore dei Facciascura.
Rock, semplicemente rock italiano che profuma degli anni dei Karma e dei Ritmo Tribale, che ha il gusto della modernità musicale del terzo millennio, che parla con poesia tipica della più originale tradizione cantautorale italiana.
Un urrah per te, che sei arrivato qui, col talento di uno stronzo qualsiasi“: con questa frase critica ed acida si apre il disco della band veronese. I testi di Francesco Cappiotti, mai banali, diretti o poetici che siano, enfatizzati dalla potente ed educata espressività vocale di Carlo Cappiotti, colpiscono per la ricercatezza e l’impatto emotivo. Nei brani si può trovare il poetico cinismo degli Afterhours e l’eleganza di Paolo Benvegnù, pur offrendo l’idea di una personalità completa e ben salda in perfetta simbiosi con la musica.
Brani riuscitissimi e potenti come Cavie e La fame si alternano a momenti delicati come Ventimila sere sotto il mare e Se io sono io, in cui la voce ed ogni singolo strumento si legano insieme con inaspettata grazia. A metà tra questi due differenti volti della band, Spettri e Quadrante zero offrono forse la migliore sintesi di quanto è contenuto in questo disco d’esordio, elaborato, complesso ma incredibilmente immediato.
Le chitarre del brano che dà il titolo all’album sono capaci di incendiare nuovamente il clima: autentico rock che parla diretto con musica e parole (“tutti abbiamo una ferita, grande da sparirci dentro“; “butti giù la realtà come pillole, perchè ciò con cui non riesci a ucciderti rende più forti i tuoi limiti”).
Il compito di chiudere il disco è affidato ad una cover impegnativa: l’ormai mitica band dei Karma, prossima ad uno stabile ritorno sui palchi, presta la voce di David Moretti al duetto con i Facciascura. Completamente riarrangiato, Il cielo riesce a vivere comunque della magia originaria, più intima, meno graffiante, più moderna, ma sempre sincera.
Sotto le ali esperte di gianCarlo Onorato (poliedrico artista già al lavoro con Guignol e Davide Tosches) ed Andrea Viti (Karma/Afterhours/Juan Mordecai) i Facciascura esordiscono con un disco che piacerà ai più giovani, ma anche a chi, come loro, ha nel sangue e nei ricordi la musica di qualche decennio fa, lanciandoli direttamente ad un alto livello. Ora sta a loro farsi conoscere e rimanere in quota cercando di planare sopra i tanti “talenti di stronzi qualsiasi“.

Credits

Label: Vrec – 2010

Line-up: Carlo Cappiotti (voce) – Francesco Cappiotti (chitarre, ukulele, percussioni, armonica) – Chris Meggiolaro (basso); altri musicisti: Erik Spedicato (batteria) – Andrea Viti (basso) – Philip Romano (chitarra acustica) – Simone Marchioretti (batteria) – Franci Omi (piano) – David Moretti (voce). Produzione artistica di gianCarlo Onorato, Andrea Viti e Francesco Cappiotti

Tracklist:

  1. Uno stronzo qualsiasi
  2. Il tuo paradiso
  3. La fame
  4. Ventimila sere sotto il mare
  5. Cavie
  6. Se io sono io
  7. Spettri
  8. Quanti ne sacrificheresti?
  9. Quadrante zero
  10. Il Cielo (feat. David Moretti)

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Facciascura – Preview

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