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Con il tempo inseguo sempre più la semplicità: intervista ad Andrea Chimenti

andreachimenti_inter01Negli anni Ottanta Andrea Chimenti era il cantante dei Moda, ma quando questi si sciolgono (1989) ha inizio la sua carriera da solista. A cinque anni di distanza da Vietato Morire, Chimenti torna con un album caratterizzato da poesia, musica, speranza, eleganza. Dodici brani, un anno di lavorazione, registrazioni in teatro, importanti collaborazioni: questi sono gli ingredienti dell’ultimo lavoro discografico di Andrea Chimenti, Tempesta di Fiori (Soffici dischi/Santeria), con la produzione artistica di Stefano Cerisoli e Guglielmo Ridolfo Gagliano. Chimenti racconta ai lettori di Losthighways la sua personale tempesta, ma anche quella di molti, di chi decide di “indossare un vestito del colore dei propri occhi”. (Bellissima è in streaming autorizzato)

Parola chiave: cambiamento. Un amore che nasce o un amore che muore, il trascorrere delle stagioni, la quotidianità. Tu stesso hai affermato che il cambiamento esplode in una tempesta. Raccontaci come esplode la tua Tempesta di Fiori. La mia tempesta quando è esplosa ha colpito la mia vita privata, ma essendo tutto collegato, ha trascinato con sé il lavoro e le amicizie. Probabilmente erano anni che preparavo dentro di me un cambiamento di vita. E’ quasi sempre così, prepariamo la nostra personale tempesta senza accorgerci. Le canzoni che stavo scrivendo negli ultimi anni mi davano l’avvisaglia che qualcosa si stesse preparando. Le canzoni sono come i sogni, sanno presagire quello che presto dovrà accadere. Niente di magico, è solo il nostro inconscio che si libera nel momento in cui ci si lascia andare ad un atto creativo… si libera come nei sogni.

andreachimenti_inter03Tempesta di Fiori è un anno di lavorazione, registrazioni in teatro, diverse collaborazioni. Tempesta di Fiori è poesia, musica, speranza, eleganza. Cosa significa questo disco per Andrea Chimenti? Come sempre, l’ultima fatica è la più importante e in qualche modo la prediletta. Tempesta di Fiori rispecchia la mia vita di oggi. C’è uno sguardo diverso sulle cose. Credo di aver abbandonato un po’ di carico per continuare il mio viaggio con maggiore leggerezza. Con gli anni è bene spogliarsi per lasciar vivere ciò che abbiamo di più vero. Non c’è più tempo per costruzioni complesse e a volte macchinose. Con il tempo inseguo sempre più la semplicità. La semplicità credo che sia uno dei frutti dell’esperienza e della maturità.

Era di notte e Lezioni pratiche di volo, rispettivamente primo e ultimo brano del disco, sembrano avere un legame. Dopo la fine di un amore si prova a guardare avanti e andare via è l’unica soluzione per sfuggire ad una situazione insostenibile, dando vita ad una rinascita … Sì, hai colto perfettamente il senso di queste due canzoni. Non a caso la prima apre il disco e la seconda lo chiude. Era di Notte rappresenta il tempo della crisi. La notte è il terribile scenario che come uno scheletro si china sul protagonista che scopre di non essere mai stato amato. E’ il momento della presa di coscienza, spesso dolorosa. E’ la canzone che dà il via ad un cammino. Al protagonista ancora non è chiaro dove andrà, ma non importa. L’importante è iniziare a camminare, la meta è secondaria e si delineerà strada facendo. L’ultima canzone è la voglia di rinascere, il dolore è superato, resta solo il viaggio, carico di nuove prospettive. È una canzone ironica e giocosa dove il protagonista prende lezioni di volo e parte con un dirigibile verso la costellazione delle Pleiadi. Il viaggio del primo pezzo era rappresentato da un solco lasciato sulla terra, un camminare pesante, ma determinato. Nell’ultimo il viaggio è leggero e festoso con un pizzico di follia.

Come nasce l’idea di inserire nel tuo lavoro Vorrei incontrarti di Alan Sorrenti? È una canzone tratta dal primo disco di Alan Sorrenti, Aria del 1972, un disco straordinario che mi ha fatto sognare quando ero ragazzo. Sono sempre stato affezionato a quella canzone dove l’amore spirituale si mescola con quello carnale. Piccolo capolavoro di uno dei più interessanti cantautori che abbiamo avuto in Italia. È la prima volta che metto una cover all’interno di un mio album. Vorrei Incontrarti mi è sembrata una canzone che si sposasse perfettamente con il resto del disco. L’approccio mio e di quello dei miei produttori, Stefano Cerisoli e Guglielmo Ridolfo Gagliano, è stato quello di farne una lettura diversa dal punto di vista musicale. Credo che una cover non debba mai assomigliare troppo all’arrangiamento originale, perderebbe la motivazione di esistere.

andreachimenti_inter02Musica, poesia, danza, teatro, letteratura:  quanto ti affascinano le contaminazioni? La contaminazione è determinante per portare nuova linfa alla musica. Diversi anni fa, il mio mestiere era quello di disegnatore di cartoni animati. Quando ho lasciato tutto per la musica, è rimasto in me un approccio visivo verso le emozioni. Approccio che cerco di mettere anche nelle canzoni. Mi piace immaginarle come piccole colonne sonore di film. Quando posso realizzarlo nella realtà sono molto contento. Quindi mi sono trovato in modo naturale ad avere necessità di accostare la mia musica al cinema, teatro, danza, installazioni ecc.

Come credi sia cambiato il modo di fare musica dall’inizio della tua carriera ad oggi? Credo che sia cambiato moltissimo dai primi tempi. Odio lo stagno e tutto ciò che appare immobile o si ripete all’infinito. Ho attraversato molte fasi nella mia carriera e spero di averne molte ancora da attraversare.

Quando e come “esploderà” il tour di Tempesta di Fiori? Questa estate faremo qualche data in giro per l’Italia, ma il tour vero e proprio di Tempesta di Fiori partirà con l’autunno.

Bellissima – Preview

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