Sarà che sono un’inguaribile romantica, sarà perché sto invecchiando o più semplicemente sarà perché la musica, quella buona, non ha età, ma da un po’ di tempo mi affascina la musica vintage, quella che usciva dai juke-box italiani tra gli anni ’50 e ’70. Con queste premesse potete ben capire che la mia attenzione non poteva che essere catturata da Mondo Cane, nuovo progetto di quel genio eclettico che risponde al nome di Mike Patton. Credo che non ci sia bisogno di presentazioni, ma per chi avesse vissuto su un altro pianeta nell’ultimo ventennio vi ricordo che il signore in questione è stato mente dei Faith no more, creatore ed ispiratore dei Fantomas, dei Mr Bungle, dei Tomahawk e dei Peeping Tom, dimostrando di essere un cantante versatile come quasi nessun altro. L’operazione di per sè non è originalissima: nell’ultimo periodo gli artisti italiani sembrano aver riscoperto la musica d’altri tempi. Ma se mi avessero detto che un americano avrebbe reinterpretato (e in italiano per di più!) certe perle, non ci avrei creduto. Che Patton amasse l’Italia è cosa nota (ha vissuto per diversi anni a Bologna e nel 1997, in collaborazione col sassofonista John Zorn ci aveva regalato Pranzo oltranzista, un affresco musicale dedicato a Filippo Tommaso Marinetti e alla sua cucina futurista), ma con questo album ha dimostrato di essere anche un estimatore della nostra musica più tradizionale. Mondo Cane non è solo un’operazione di recupero, ma è una vera e propria ricerca. Stupisce il fatto che Patton non si sia limitato a reinterpretare e a rendere un po’ suoi brani celeberrimi come Il cielo in una stanza o Senza fine, non si è accontentato. E’ andato a recuperare Fidenco (L’uomo che non sapeva amare), un pezzo di Morricone (Deep Down, incluso nella colonna sonora del film Diabolik di Mario Bava del 1968), i Blackmen (Urlo negro). Si è cimentato con Tenco e Bongusto, ma andando a ricercare pezzi minori (Ore d’amore è una cover del pezzo The world we knew di Sinatra mentre Quello che conta è un brano che ha interpretato Tenco nel film La cuccagna), ha ripescato un Gianni Morandi d’epoca. Si è divertito con Buscaglione e si è cimentato pure nella canzone napoletana con Scalinatella di Murolo, sempre con un perfetto accetto british che fa anche sorridere.
Con Mondo Cane Mike Patton si è messo in gioco dimostrando una buona dose di coraggio. Ha creato un album affascinante, ben suonato (anche grazie all’apporto di Roy Paci e Alessandro Stefana) che incanta. L’album è solo un assaggio di quello che sta portando in giro da un po’ di tempo. Se queste sono le premesse, il live è decisamente imperdibile!
Credits
Label: Ipecac Recordings – 2010
Line-up: Mike Patton (voce) – Roy Paci (tromba) – Alessandro Stefana (chitarra) – Orchestra “Arturo Toscanini”
Tracklist:
- Il cielo in una stanza (Paoli/Mina)
- Che notte! (Buscaglione/Chiosso)
- Ore d’amore (Bongusto/Migliacci/Sigman/Kaempfert)
- Deep down (Morricone)
- Quello che conta (Salce/Morricone)
- Urlo negro (Blackmen)
- Scalinatella (Murolo/Bonagura/Cioffi)
- L’uomo che non sapeva amare (Fidenco/Pallavicini/Mogol)
- 20 km al giorno (Arigliano/Massara/Mogol)
- Ti offro da bere (Morandi/Meccia)
- Senza fine (Vanoni/Gragnaniello)
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