Una folta coltre di nebbia, una nube spessa di fumo bianco e denso si dirada. Oltre si scorge qualcuno a recitare pedissequamente la sua parte, almeno così pare. Il set è la vita stessa e Hollywood non è che una condizione mentale. Dunque tutto quanto, la nostra stessa esistenza, resta finzione. Tutto resta Cinema, arte della rappresentazione. Ariel Pink è regista naturale, lo ribadisce in questo Before Today, sesto capitolo edito sotto il consolidato marchio Ariel Pink’s Haunted Graffiti (appena approdato nelle gloriose file della 4AD) e che, lungi dal calarsi nei panni di semplice opera revivalistica del pop psichedelico, è un poliedrico lungometraggio inesistente, ipotizzato, lisergico ma mai metafisico, costantemente cinematico. La coltre di nebbia, come in uno spettacolo di illusionismo, è quella patina lo-fi, volutamente imperfetta, pasticciata, bislacca. Oltre le scene del film si susseguono senza soluzione di continuità, chiare e pulsanti. L’incipit di Hot Body Rub introduce al lavoro tra echi di Talking Heads e new wave fumosa e androgina. Bright Lit Blue Skies sfoggia subito un ritornello pop degno degli XTC con punte di disco punk alla Blondie e di surf rock sornione. Fumo, eleganza e pose plastiche dietro le movenze glamour di L’Estat (Acc. to the Widow’s Maid), contesa tra i Pulp, arzigogoli alla Todd Rundgren e baccanali psichedelici in salsa pop devoti ai deliri scomposti del Pop Group quanto ad un vaneggiante Capt. Beefheart in preda ai fumi dell’alcool. Le sceneggiate composite di questi brani ricordano la new wave come potevano presagirla in certi passaggi i Genesis di The Lamb Lies Down on Broadway, quindi solo come una pantomima di se stessa, come pura appendice alla psichedelia. La filastrocca dark-pop sbilenca di Fright Night (Nevermore) ricuce un’atmosfera decadente al chiaro di luna, in odor di dark wave e lupi mannari, e sublima in pop le lezioni dei migliori Joy Division come nell’ironia surreale e dimessa di Menopause Man. Round and Round è pura disco-music androgina, sorprendendo i Tuxedomoon a suonare brani dei Supertramp, omaggiati anche nel ritornello imbevuto di ’80s di Can’t Hear My Eyes. Si prosegue con il funky-soul parodistico di Beverly Kills, il powerpop lisergico di Butt House Blondies e le sciabordate bowiane sottaceto di Little Wig.
Before Today è ciò che resta di una sceneggiatura estemporanea che, diradate le nebbie psichedeliche, propone un viaggio allucinato tra episodi sconnessi della storia del rock ma aventi tutti come denominatore comune lo smarrimento della realtà o la rappresentazione cinematografica della stessa. Dal glam rock alla disco wave, la psichedelia è la base di partenza del racconto, e Ariel Pink riesce a farlo con raro distacco da qualunque moda contemporanea. Ciò che ne esce fuori è un’esperienza significativa di questo 2010 e che non esitiamo a consigliarvi caldamente.
Credits
Label: 4AD – 2010
Line-up: Ariel Pink (vocals, guitar, bass, keyboards) – Tim Koh (bass) – Kenny Gilmore (keyboards, guitar) – Jimi Hey (drums) – Aaron Sperske (drums) – Cole M. Greif-Neill (guitar)
Tracklist:
- Hot Body Rub
- Bright Lit Blue Skies
- L’Estat (Acc. to the Widow’s Maid)
- Fright Night (Nevermore)
- Round and Round
- Beverly Kills
- Butt House Blondies
- Little Wig
- Can’t Hear My Eyes
- Reminiscenes
- Menopause Man
- Revolution’s a Lie
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