Gestazione lunga quella che ha portato alla nascita dell’album di esordio dei Mano-Vega, vincitori dell’edizione del 2001 del fu Arezzo Wave. Sei anni ci sono voluti per concepire il primogenito Nel Mezzo, eppure questo lavoro, nonostante sia davvero coraggioso, non riesce a convincere del tutto. Giunti al termine del primo brano, sembra di aver ascoltato il teaser dell’intero album piuttosto che una canzone sola. E si fa fatica a distinguere i differenti brani poiché ognuno di essi sembra un collage confusionale di frammenti di mille brani diversi che si inseguono e si riprendono tra loro incastrandosi a fatica e rendendo la possibilità di comprensione nient’altro che capogiro vertiginoso e caotico. Una concezione che stenta a configurarsi come progressiva. Nel mezzo non è un disco di canzoni, è piuttosto un continuo tentativo di risolvere formule matematiche impossibili, quelle da rompicapo, inerpicandosi così in calcoli interminabili e complessi col rischio di non poter mai giungere al traguardo di una risoluzione. Eppure non mancano di certo i punti di forza da poter sfruttare: la preparazione tecnica dei quattro laziali è palese, le influenze e i richiami sono chiari e ben sfruttati, dall’elettronica sintetica Reznoriana (vedi Nine Inch Nails) fatta di synth e beat, alle ritmiche sincopate dei Tool, all’impatto violento dell’hardcore di matrice punk e delle incursioni heavy. La ricerca sonora è di certo tangibile e apprezzabile (i sei anni impiegati per la realizzazione del disco sono giustificati di fronte a tanta complessità), a patto che essa non si spinga oltre i confini di un manierismo sterile. Molto interessanti sono poi i testi, rigorosamente in italiano e ispirati alle filosofie esoteriche e a recenti studi sulla percezione sensoriale. Infine, da non sottovalutare l’autoproduzione, con un sound complessivo che non sfigura di fronte a un lavoro di tale entità. Nonostante tutto ciò, questo Nel Mezzo sembra proprio dichiararsi già dal titolo, volendo stare in un limbo indeterminato fatto di citazioni colte, richiami e deja vu che si cristallizzano soltanto alle menti degli autori, correndo così il serio rischio di sembrare freddi e distanti perché incomprensibili.
Credits
Label: Domus Vega – 2010
Line-up: Valerio D’Anna (voce, piano, sybth, programmazioni) – Giovanni Macioce (chitarra, theremin) – Lorenzo Mantova (basso)
Tracklist:
- Ondanomala
- La prova del vuoto
- Nel mezzo
- Sfere
- Sinestesia
- Dal rosso al blu
- Opus
- Magnum opus
- Dal nero al bianco
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