Fenomenologia del livido, di quanto è ferita, rifugio, smarrimento, nudità, scandalo di troppa (troppo poca) luce. Lo spazio è dei sensi, il sentire è aria, l’aria è la ragione, regione di orizzonti, abbagli, visione, radici, urgenza di ripartire. Aria: morsicata dalla paura, sputata in alto dal sogno, stuzzicata dagli appetiti della carne, dal gusto amaro dell’offesa. Vedo il corpo sentire / Sento i miei occhi vedere (Cedere) / Strappo le vesti ai miei incubi / Bacio le vesti ai tuoi incubi (Pittori) / Scopami la mente e lascia un seme tra i miei lobi / Fottimi la mente, lascia un seme di luce in me (Lobi). Aria: che sfuma dalle ferite, aperte a lasciarsi imparare; che manca, se a mancare è il dubbio; che domanda, se è una risposta quello che occorre . Nove pezzi che respirano l’Io, l’imperfezione dell’Io, quest’aria-carne messa a nudo e viaggiata, ora accarezzata, ora scuoiata, indovinata dal pentagramma e tradotta in linee di suono modellate al calco di un’urgenza, non di una moda. L’inesatto, primo, atteso album dei Vanderlei (in uscita il prossimo 19 ottobre), figlio dell’incontro artistico fra il gruppo e Paolo Benvegnù, non si spoglia delle eleganti sonorità post-rock dalle particolari venature intimiste di 1234 (ep autoprodotto, 2008), piuttosto le indossa con maturità, con particolare raffinatezza stilistica: l’impeto non è mai rumore, le code si aprono alla maniera delle maree; quanto stride riesce a farlo con l’intelligenza delle incursioni di stile, quanto sussurra non si perde mai in retorica del suono. Maratoneti del disincanto, i Vanderlei non svendono all’ascolto qualche attimo di poesia. “Ho visto graffi di poeti sui muri e non li ho capiti / Ho riso, ho pianto lo stesso / Fuggendo[…] Ma se a volte temo il volo non è detto non abbia le ali / solo le tengo strette a me” (Graffi).
L’inesatto non s’accomoda, non chiede ospitalità: si guadagna uno spazio e lo definisce, luogo d’ossigeno e voli interrotti, dove la debolezza muta in forza, dove esiste una fame migliore.
Credits
Label: Cinico disincanto / Alidon – 2010
Line-up: Cristian Volpi (voce e chitarra) – Massimo Gandolfi (chitarra) – Stefano Franchi (chitarra) – Piero Gualandi (basso) – Vincenzo Matozza (batteria)
Tracklist:
- Cedere
- L’inesatto
- Il dunque
- Pittori
- Gioco
- Santissimo dubbio
- Il fascino dell’attimo
- Lobi
- Graffi
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Un solo commento
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