Il titolo è essenziale… lo sono anche i pezzi. Andrea Cola, cantautore di Cesena, lascia dietro di sèI Sunday Morning, lascia i testi in inglese per riscoprire una forma verbale più vicina al suo io, per riconoscersi e specchiarsi in un universo di reciprocità che solo la propria lingua forse può donare.
Blu ospita undici canzoni di sapore pop, si tratta di pezzi immediati, virati, a tratti, in chiave rock, semplici nella loro forma verbale e musicale. E’ un disco ben fatto, forse solo dagli accenti un po’ troppo desueti… ma d’altra parte Andrea Cola non nasconde, anzi palesa l’amore per la Formula 3, i Dik Dik e l’ultimo Battisti.
Sorprende piacevolmente notare come l’album migliori progressivamente, dopo i primi due brani (La mattina presto e Mangia le fragole) che restano facilmente impressi ma non conquistano del tutto, Legno bianco è un brano riuscitissimo, dalla profonda dolcezza evocativa, gentile ed incantevole come una filastrocca antica, con echi alla Rino Gaetano che ne impreziosiscono il finale. Se io tra voi continua la magia carezzevole che Legno bianco lascia intravedere e la tinge di struggente maliconia. Ma è una tristezza fuggevole, di quelle che posano un velo su sorrisi accennati, occupando uno spazio piccolo nell’anima per fluire via, poi, con una melodia impeccabile e carezzevole come questa. L’isola è un pezzo in cui sembra davvero che il mare si sia fatto musica, acqua turbinosa come l’inconscio che ci fluttua dentro. A tratti sembra quasi di sentire De Andrè, un pezzo dove l’ossessiva ripetitività di frasi verbali e musicali, sua caratteristica precipua, crea un affascinante gioco ipnotico. Cuore trema è distorsioni, Doors e pura energia rock con un’inversione netta di registro rispetto agli altri brani, una sferzata di grinta in cui si sente fortemente la bravura dei musicisti che hanno collaborato alla realizzazione di questo album. Gusto decisamente retrò anche per Piove a Milano, ma piacevolissimo, atmosfere ubratili che sembrano disegnare stati d’animo e una città che ne diventa lo specchio. E’ forte il richiamo alla Formula 3 e persino a Nada di Amore disperato. Una ballata dai tempi dilatati che calma lo spirito immergendolo nella maliconia leggera del vivere. In Prima Comunione emerge con originalità e spenseriatezza l’amore per i Dik Dik più famosi di Sognando California.
Ed è questa la temperie di Blu, proprio qui al confine tra fine anni ’60 e svolta verso i Seventy.
Non cercavano forse i Dik Dik un po’ di blu? Qui non c’è blu, ma rosso in copertina. Il blu è nell’anima di quest’opera, blu come colore della malinconia intimistica di parole e musica.
Che eroi conclude l’abum con un incipit alla Gino Paoli a cui segue una crescita d’intensità musicale ed emotiva.
Nessuna divisa, nessuna etichetta per un album che mostra un lavoro accurato, paziente e di grande immediatezza a cui si potrebbe imputare solo uno sguardo un po’ troppo volto al passato, ma del resto è proprio questo gusto retrò, tinto di sonorità contemporanee, a costituirne il fascino.
Una prima prova, questa in italiano, per un cantautore che saprà sicuramente crescere e rafforzare uno stile già personale e promettente.
Credits
Label: A Buzz Supreme/Audioglobe – 2010
Line-up: Andrea Cola (chitarre e voci) – Dario Giovannini (basso, organo, synth, pianoforte, chitarre elettriche e acustiche) – Glauco Salvo (steel guitar, chitarre elettriche e acustiche) – Diego Sapignoli (batteria e percussioni)
Tracklist:
- La mattina presto
- Mangia le fragole
- Legno bianco
- Se io, tra voi
- Così lontano
- L’isola
- Il cuore trema
- Piove a Milano
- Prima Comunione
- Anna, senti che tamburi
- Che eroi
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