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La dualità nello stile di vita di un musicista: intervista ai Doppia Personalità

dp_1Non si può parlare sempre di rock impegnato. Ogni tanto si deve ricordare che il rock appartiene anche alla cosiddetta musica leggera.  A volte si ha bisogno di qualcosa che semplicemente porti il tempo mescolando funky, rock e pop nella dose giusta,  distraendoci dal mare di melma che ci inonda ogni giorno. Le nostre vite hanno bisogno anche del rock dei Doppia Personalità. Questo giovane gruppo triestino conosce l’alternanza del sound prorompente e di quello più soffice e delicato delle ballate. Ha quella strana dote di assomigliare a tutto e niente, la loro musica ha più di una doppia personalità ed proprio questo che forse li porta ad averne una. In occasione del loro terzo lavoro Stile di Vita, Losthighways approfondisce questa band.

Cosa ha ispirato il nome della band?
Doppia Personalità riguarda la dualità nello stile di vita di un musicista. Il duro lavoro della vita quotidiana, fatta di sacrifici per arrivare a fine mese, contrapposta all’animo più rock del musicista che si nutre di emozioni.

Vi sentite più Dottor Jekyll o più Mister Hyde a livello musicale?
Dal punto di vista musicale entrambi. E’ proprio qui che si caratterizza anche musicalmente la doppia personalità.

dp_3La vostra musica è una miscela di rock, pop e funk. Quale di questi tre approcci sentite più vostro?
Mettere un’etichetta di poche lettere su quella che è la musica è un limite che noi non intendiamo porci, la musica per come la viviamo è un mezzo per portare noi stessi alle persone, sulla forma aspettatevi di tutto e di più.
Il Dottor Jekyll molto razionalmente davanti ad una tazza di tè risponderebbe: abbiamo scelto di cantare in italiano, quindi la componente pop è stata inevitabile, data l’eredità lasciata dalla musica italiana dagli anni ’60 in poi. Il rock invece è una scelta, un approccio musicale, che ci permette di esprimere in modo più diretto emozioni forti come la rabbia. Nel rock c’è dunque la semplicità nell’esprimere certe emozioni, che necessitano solo chitarre, tamburi e sudore. Il funk infine è quello stile che permette di trascinare l’ascoltatore e farlo saltare. Ciascuno di questi tre generi è per noi fondamentale.

Come è nata Mrs Byron?
Da subito la musica girava in sala prove tremendamente bene. Ci è sembrata poi ideale per soddisfare l’urgenza di trattare il tema della trasgressione. Lo consideriamo una sorta di inno di questa tematica. E’ una delle canzoni che più coinvolge il pubblico, per il suo essere diretta e forse un giorno riveleremo veramente chi è Mrs. Byron…

Il vostro sound è ispirato tantissimo dalla tradizione rock-pop italiana e britannica con mire essenzialmente radiofoniche. Gli ingredienti ci sono tutti ma non avete paura di esser visti dei puri cloni di vecchie band?
Assolutamente no, perché sappiamo il tipo di musica che vogliamo fare e il nostro rifarci a diversi generi musicali è una caratteristica che ci dà,da una parte modo di sperimentare ed essere eclettici, dall’altra di esprimerci senza barriere e dunque essere noi stessi. Questo è il modo migliore per essere unici, piuttosto che sposare un genere o una corrente musicale definita.

Per voi Stile di Vita è un disco di formazione o si può dire già che contenga la rotta definitiva del vostro sound?
E’ semplicemente la fotografia di quello che siamo adesso, con la nostra personalità (anzi le nostre personalità). Sicuramente non ci fermeremo qui, perché il nostro è un continuo crescere, ma possiamo dire che in questo momento ci riconosciamo perfettamente nel disco che abbiamo fatto, dal primo all’ultimo minuto.

Cosa pensate dell’autoproduzione?
dp_2Abbiamo avuto la possibilità di avere pieno controllo sulla produzione dei nostri dischi e questo ci ha permesso, grazie anche all’aiuto di chi a collaborato come il direttore artistico Davide Volpe e Nicola Ardessi, di esprimerci liberamente in ogni canzone e tirare fuori il meglio di noi stessi, piuttosto che farci guidare da produttori esterni, che avrebbero sicuramente dato una loro impronta sulla nostra musica. Sarebbe comunque una sfida interessante poter lavorare con produttori di alto livello nazionale e internazionale, per avere la possibilità di crescere ulteriormente.

Cinque band che vi hanno ispirato?
Oltre alla la banda comunale il rumore del cavatappi e la gente che galleggia sulla vita, Led Zeppelin, Red Hot Chilli Peppers, Gogol Bordello, Queen, Queens of the Stone age.

Il vostro tour prevede date solo in Italia o cercherete di esportare il vostro verbo anche fuori dai confini?
In passato abbiamo già suonato all’estero ed è stata sicuramente un’esperienza entusiasmante, perché la barriera della lingua è stata frantumata, visto che siamo riusciti a coinvolgere anche fan stranieri. Per il momento il tour prevede date in tutta Italia, prospettiva questa che ci entusiasma. In ogni caso sarebbe fantastico estenderlo all’estero e non è escluso che ciò accada.

Mrs Byron – Preview

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