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Denise – Dodo, do!

dodo_doQuando per la prima volta fece la sua comparsa il dodo lui pensò che si trattasse di una lince“. (Il diario di Adamo ed Eva, Mark Twain). Eva riconosce il Dodo. Eva lo racconta ad Adamo. Eva consegna un nome ad ogni cosa nuova che incontra. La riconosce, non le è dato sapere perché ma riconosce ogni animale, pianta, frutto. Adamo si stupisce della semplicità con cui Eva guarda al mondo e lo assimila, se ne disseta; nutre un’ammirazione silenziosa per quello sguardo soffice che riesce a posarsi sui colori, decifrandoli. Uno sguardo soffice. Un tocco leggero. Un’ingenuità cristallina. Una spontanea ostinazione per il bello, lo stupore, la ri-scoperta. Tutto è nuovo eppure non lo è affatto. Tutto è per la prima volta eppure è miliardi di volte. Tutto è da rincorrere eppure è già qui, basta sporgersi e raccontarlo, sussurrarlo, volarlo, non stringerlo troppo quando lo si cova in seno. Tutto è partenza ed infine ritorno, nell’inseguire l’occasione fino a che muti in segno. Non conta il raggiungere ma l’avere proseguito: più del cosa, del chi, contano il dove, il quando; un luogo che sia dell’anima, un tempo che sia ad anelli, cerchi concentrici e che s’allungano, cerchi di spezie, sensazioni, carezze, attimi fanciulli e saggi, stupiti e leggeri. Ed eccolo accadere, Dodo, do!. Denise lascia che accada, pagina dopo pagina, diario di però, di tuttavia che richiamano lievi, fogli pop, sottili al tatto, scritti con delicatezza, senza che la trasparenza ne risulti violata, folk nelle impunture, nella filigrana che si espone in controluce. Accadono: dodici tracce di un cantato favola, dal candore necessario, voce non di petto ma d’occhi, una voce sguardo, che si muove dietro la morbidezza delle ciglia, su tappeti acustici orditi con la cortesia ludica delle favole, con l’attenzione millimetrica della fantasia che decanta in realtà. Una voce plettro, che solletica il suono, riesce a danzarci, lasciandosi percorrere, ripercorrendone i pizzichi, poggiandosi al suo gioco. Un poco Alice, di quel Paese delle meraviglie in cui la balbuzie del Dodo è il respiro della concretezza: Denise e il suo disco oltre il fossato, isola che non c’è su cui fermarsi, ciondolare, riposarsi le ossa, concedersi al colorito romantico di certi chiari di luna. Delizioso.

Credits

Label: Al-kemi Lab – 2010

Line-up: Denise Galdo (voce, autoharp, glockenspiel, tastier) – Alessandro Di Liegro (chitarre, stylophone, voci) – Romina Zitarosa (basso, voci) – Antonio Pappacoda (batteria, percussioni, giochi, voci), Davide Maria Viola (chitarre acustiche, violoncello, voci); con la collaborazione di Lorenzo Corti (chitarra), Diego Caravano (piano), Cristiano della Monica (batteria, percussioni), Pietro Giordano (violino), Paolo Tornitore (piano) e Albino Cibelli. Produzione artistica: Gianni Maroccolo e Lorenzo ‘Moka’ Tommasini

Tracklist:

  1. Cuddly cloudy afternoon
  2. Flowers in the drawer
  3. Lake wakes
  4. Sunny lovers
  5. Lacks
  6. Ageless
  7. Stones
  8. Horses
  9. Burning flames
  10. I’m dreaming
  11. Rose garden
  12. Diamond

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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