Arrivano dal vicentino ma la provincia sta stretta a questi quattro ragazzi; e così com’è per tanti giovani che si affacciano al rock, il background varia tra i vari grandi nomi: dal grunge dei Nirvana all’elettricità dei Radiohead. Nei Phinx però c’è qualcosa di più che va quasi ad annullare tutto il resto: l’electro, la dance, il pop.
Canzoni ben strutturate e prodotte con enorme cura compongono questo disco d’esordio, Login, capace di coinvolgere il pubblico più danzereccio ed avvezzo a sonorità orecchiabili. Si rimane però spiazzati di fronte alla scelta di intraprendere parallelamente due vie molto differenti come quella più patinata di TRL di MTV (i Phinx sono stati più volte ospiti sul palco di TRL on tour) e quella della scena indipendente.
C’è chi azzarda un paragone Phinx-Subsonica, e chi come me, invece, vede un asse immaginario che congiunge i Subsonica ai Phinx, e questi ai Finley. Lì, in mezzo tra queste due realtà opposte ed assolutamente contrastanti, la band vicentina cerca il suo spazio, lo conquista e probabilmente, in esso, troverà il successo. I prodotti possono essere di qualità anche senza avere pregi e peculiarità artistiche, e quindi è lontana da me la sciocca indignazione per dei sederi che ondeggiano a ritmo di musica. Fatto sta che Login è un disco affamato di successo, prodotto con grande attenzione nei confronti della promozione e diffusione, ed è capace di posizionare la band su una rampa di lancio costruita ad hoc. Augurando loro tutto il successo al quale ambiscono, non si può nascondere che a qualsiasi orecchio appassionato di musica (quella vera che colpisce al cuore o, quantomeno, allo stomaco) Login possa apparire un disco privo di personalità e ricco di artefatti, realizzati con professionalità e passione che stenta ad emergere. Non è però un problema scegliere un prodotto invece che un’opera, l’importante è saperli distinguere, e solo così, con questa lucidità, si può apprezzare il ritmo coinvolgente della title-track e l’orecchiabilità radiofonica di Get panic senza cadere in commenti snobistici e fondamentalisti.
L’intero disco è un continuo altalenarsi di momenti duri (in cui i Phinx convincono completamente) ed altri stucchevolmente morbidi alla continua ricerca del ritornello facile. Painkiller suona come una hit radiofonica mentre Italian job appare solida tenendo la distanza dalla facile melodia. Anorexic Madonnas cerca di avvicinarsi al trip-hop e la conclusiva Give me beauty suona come un’intensa ballata per adolescenti in questi “cazzo di anni zero”.
I Phinx, evidentemente, sono una realtà sulla quale produttori, discografici, direttori artistici e pubblicitari hanno scommesso: tocca alla giovane band dimostrare di essere in grado di stare in piedi anche da soli (o quasi) ed avere una propria personalità.
Credits
Label: Irma Records – 2010
Line-up: Daniele Fabris (synth, tastiere, sequencer) – Pietro Secco (basso, synth, cori) – Francesco Fabris (voce, chitarre, programmi, synth, tastiere) – Alberto Paolini (batteria, groovebox, cori)
Tracklist:
- Login
- Get Panic
- Painkiller
- 1989 (generation f)
- Italian job
- Noizkut
- The gamer
- Metropolitan
- Word salad
- Mask
- Anorexic Madonnas
- Hypersonic trip
- Amplyphone
- Give me beauty
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