Dopo aver vinto nel 2008 la Targa Tenco come Miglior Opera Prima e dopo aver pubblicato il libro Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero (Baldini Castoldi Dalai, 2009) torna Le luci della centrale elettrica con il nuovo album Per ora noi la chiameremo felicità.
A due anni di distanza dal disco d’esordio Canzoni da spiaggia deturpata, Vasco Brondi torna a fondere la realtà con poesia e musica in un album il cui titolo cita una frase di Leo Ferrè: “La disperazione è una forma superiore di critica, per ora noi la chiameremo felicità”.
Di sicuro qualcuno che si è limitato al primo ascolto avrà pensato che i dieci brani siano simili a quelli del primo disco. Beh, in fondo succede sempre così. Se un nuovo album è simile al precedente non va bene perché non ha niente di nuovo, se invece è diverso non va comunque bene perché sembra essere troppo distante dal progetto iniziale. Per ora noi la chiameremo felicità a tratti ricorda Canzoni da spiaggia deturpata, ma se ascoltato come merita risulta essere ancora più maturo nelle melodie e negli arrangiamenti.
Gli ecomostri, i lacrimogeni, i manganelli del disco d’esordio cedono il posto ai call center, ai lavoratori precari, ai licenziamenti, alle morti bianche, ai pendolari, agli amori sofferti, ai rom, alle ronde, ai cani in A1,ai bilocali a 300 euro al mese, alle centrali nucleari, alle raffinerie di Ravenna. Brondi canta e urla la realtà di coloro che forse torneranno dall’estero in Quando tornerai dall’estero, o la realtà delle repubbliche democratiche fondate sui telespettatori in Fuochi artificiali o la realtà dei contratti non rinnovati ne Le petroliere. Tra i brani più orecchiabili spiccano L’Amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici, Per respingerti in mare e Le ragazze Kamikaze.
Ascoltando il disco sembra quasi di riuscire a vedere rappresentata una realtà ormai alla deriva. Forse perché lo stesso Brondi dà molta importanza proprio alla comunicazione visiva. Non a caso la copertina e il booklet del primo disco furono affidatati alle mani di Gipi e quelli del secondo al disegnatore Andrea Bruno.
La produzione artistica del disco è de Le luci della centrale elettrica, con la partecipazione di Giorgio Canali e Paolo Mauri, ma il nuovo lavoro di Vasco Brondi vanta nomi come Rodrigo D’Erasmo, Stefano Pilia, Enrico Gabrielli. Un progetto in continua evoluzione che ancora una volta farà parlare di sé per la sua intensità.
Credits
Label: La Tempesta – 2010
Line-up: Vasco Brondi (testi, voce e chitarra) – Rodrigo D’Erasmo (violino) – Enrico Gabrielli (fiati) – Stefano Pilia (chitarra)
Tracklist:
- Cara Catastrofe
- Quando tornerai dall’estero
- Una guerra fredda
- Fuochi artificiali
- L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici
- Anidride carbonica
- Le petroliere
- Per respingerti in mare
- I nostri corpi celesti
- Le ragazze kamikaze
Links:Sito Ufficiale,MySpace
Un solo commento
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