Forse sono io ad essere troppo romantica, ma non credo. Forse ascoltare questo album e sapere che ha aspettato trent’anni per nascere, emozionerebbe chiunque. Almeno chi crede che i sogni siano realizzabili con impegno, lotta, passione, determinazione. Non con una popolarità che viene prima del talento, o con un programma televisivo, o con un vestito cucito addosso. Ma non mi lancerò nella polemica. Come al solito faccio solo un accenno. Sante Barbagallo e Salvo Rizzuto sono i Loners. Sono di Siracusa, sono siciliani, e già questo me li fa immaginare carichi di luce, di forza. La musica li avvicina nel 1977 e subito dopo la stessa musica li separa. Salvo parte per Londra, a fare fortuna, come si dice. E la cosa funziona anche, perché ha una carriera invidiabile. Sante rimane nella sua città, a dare un apporto culturale organizzando concerti, eventi, suonando in gruppi locali e aprendo un negozio di dischi. Però i sogni, si sa, rimangono. Come stanze da riempire, come cicatrici, come figli. E quando trent’anni dopo le loro strade si ritrovano, scrivendo nuovi pezzi e fondendo le loro esperienze, è proprio il figlio di Sante, Carlo Barbagallo (Suzanne’ Silver e Albanopower) che si prende cura degli arrangiamenti e delle ultime sfumature perché I Remember a Dream possa dirsi completo, pronto, finito per noi. Ci vogliono due anni, e con l’aiuto di Toti Valente e Giuseppe Sindona (rispettivamente batterista e bassista degli Albanopower), oltre a Dario Serra (chitarrista dei Suzanne’ Silver) e ad altri professionisti, ecco le dieci tracce dell’album.
C’è qualcosa di immediatamente riconoscibile, emozionante. Il pop, rock, blues dei Loners è un mix perfetto di professionalità ed esperienza, di bellezza, di visione. Le parole sono scelte, pulite, ripulite da significati superflui. Tutto si regge benissimo su basi morbide, su salti di note, che diventano piacevolmente indispensabili all’ascoltatore, già a partire da Let it shine, primo brano, con una bellissima chitarra punzecchiata e il profumo dei fiori in copertina. Seguono brani, come si suol dire, “uno più bello dell’altro”. Quando si dice un bell’album. Quell’incontro di anni ’70 e modernità d’avanguardia. La voce di Salvo è seducente, potrebbero invidiarcela in molti, una voce così. E poi c’è una di quelle canzoni che, quando chiedi a qualcuno: “tu quale canzone hai preferito?”, molti ti diranno quella: Man in the mirror… “Man in the mirror/You know who I am/Please help me find/The man that’s in me.” La debolezza, il coraggio, di essere uomini, di esserlo adesso. Di aspettare per realizzare. E farlo senza nessun errore.
Credits
Label: Boom Devil Records – 2010
Line-up: Salvo Rizzuto (Lead & Backing Vocals) – Carlo Barbagallo (Guitars, Keyboards, Programming, Backing Vocals on Let It Shine, Do It Again) – Toti Valente(Drums, Percussions, Programming) – Giuseppe Sindona (Bass) – Maria Francesca Rizza (Flutes) – Giovanni Fiderio (Violins) – Salvo Tempio (Saxophones) – Ivan Cammarata (Trumpets) – Francesco Bellia (Percussions on I’m Just A Man) – Dario Serra (Guitar on I Remember A Dream)
Tracklist:
- Let It Shine
- I’ll Do It Again
- I’m Just A Man
- When Someone Doubts You
- So Wrong
- Good Times And Bad Times
- Man In The Mirror
- Brand New Day
- Can’t Stay Without You
- I Remember A Dream
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