Avete mai respirato l’aria di un deserto notturno? Avete mai letto il vostro fato tra i granelli di sabbia di una clessidra mai capovolta? Dove l’amore cerca la morte, dove gli spettri di ieri danzano intorno al fuoco di oggi si muove il nuovo disco The Fatalists di Hugo Race. Atmosfere in bilico tra un film di David Lynch e un libro di McCarthy. I colori forti di una chitarra essenzialmente blues che si tinge di sfumature pop e elettroniche al momento giusto regalando dettagli unici. Hugo Race cesella dei diamanti sonori dove la luce prende forma in diverse suggestioni come in Call her name e Slow fry. Dove la voce di Mark Lanegan affonda la notte quella di Hugo Race plana come un fantasma su un aliante di precarietà interiore. La cover di In the pines è l’esempio. In Will you wake up si staglia un dialogo vocale da brividi nascosti tra lui e Miss Kenichi. Coming over sarebbe potuta piacere al Lou Reed di Perfect day. The serpent egg sembra trovare lo spirito di Johnny Cash che guida un Chris Isaak con movenze alla Bono Vox. In Nightvision la strada perduta scorre e si viaggia senza benzina. In appena otto tracce Hugo Race ci ricorda che è stato si il fondatore dei Bad Seeds con Nick Cave ma che nel corso degli anni ha sempre più sviluppato un’identità artistica personale ed immensa. Se stasera vi sentite troppe ferite mai rimarginate, sorseggiate un whisky in compagnia di The Fatalists e sicuramente vi pacificherete l’anima stanca.
Credits
Label: Interbang Records – 2010
Line-up: Hugo Race (Chitarra e Voce), Antonio Gramentieri (Chitarra), Vicky Brown (Violino), Diego Sapignoli (Batteria) e Erik Van Loo (Basso).
Tracklist:
- Call Her Name
- Too Many Zeroes
- Slow Fry
- Will You Wake Up
- Coming Over
- Serpent Egg
- In The Pines
- Nightvision
Link: MySpace
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