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L’Orbis Sensualium Pictus di Iohannes Amos Comenius

I grandi best-seller del passato di cui a nessuno importa più nulla, scelti per voi da Simone Lenzi

Gli uomini, come si sa, sono lupi gli uni per gli altri. Si sbranano fra loro, ciascuno per il suo tornaconto, in una spirale di violenza infinita, senza requie, senza redenzione.
Ma se per un attimo proviamo a pensare che all’origine di questa violenza non ci sia una stortura originaria del legno da cui siamo cavati, ma un semplice difetto di comprensione e di studio, la mancanza di un linguaggio comune, potrebbe forse valere la pena di scommettere qualcosa su questo straordinario best seller secentesco che nessuno più sfoglia: l’Orbis Sensualium Pictus di Iohannes Amos Comenius.

E’ stato questo il primo sussidiario illustrato per la giovinezza del mondo delle cose sensibili.
Pubblicato per la prima volta a Norimberga nel 1658 in Latino e Tedesco, conobbe un immediato successo e, da allora, una lunga serie di riedizioni. La più significativa delle quali fu certamente la quadrilingue del 1666, in Latino, Tedesco, Francese e Italiano. Ne seguirono innumerevoli in ogni paese fino a tutto l’Ottocento. Il bombardamento multimediale dell’attualità, infine, ne sancì l’inadeguatezza.

Ma cosa dice Comenio? Perché dovremo occuparci di un libro per bambini trapassati da secoli?
Comenio dice che Lupus ululat, che der Wolf heult, dice che il lupo ulula. Dice questo, ma dice soprattutto un’altra cosa.
Comunque tu voglia chiamarlo, dice Comenio, questo è il lupo. Ce ne mostra la figura.
Perché se impari a chiamarlo, dice Comenio, questo lupo forse non ti morde.
Se il prossimo tuo è lupo come te stesso, se impari a chiamare il lupo come il prossimo tuo chiama se stesso, allora il prossimo tuo riconoscerà in te il lupo che egli stesso è. Imparerà a chiamarti col nome del lupo che sei, come se fosse il suo stesso nome.
Questo, certo, non garantirà nessuno dal freddo e dalla fame. Il prossimo tuo potrà sbranarti lo stesso. Potrai sbranarlo a tua volta. Saprai però che con lui è una parte di te che muore. E se ad essere sbranato sarai tu,il prossimo tuo saprà che nella tua stessa morte già da sempre riposava la sua. Saprete entrambi che c’era un tempo per la pace che non avete colto.
Vivrete tutti intanto in quel frattempo che i francesi definiscono ‘entre chien et loup': il tempo fra cane e lupo.
Sul finire del giorno (sul finire dell’anno, mentre scrivo questa recensione), il tempo entre chien et loup è quello in cui non sappiamo se il nostro prossimo viene a portarci la pace che domestica o seppure viene a mostrarci le zanne.
Intanto ne guardiamo la figura e ne studiamo i nomi. Proveremo ad intenderci. Comunque vada, ci saremo riconosciuti.

“Lup-ulula!!! / Lup-ulula? Lup-ululì, Castellu-ululà!”
(Marty Feldman/Igor in Frankenstein Junior di Mel Brooks)

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