Home / Recensioni / Album / In prasie of more – The Engineers

In prasie of more – The Engineers

Quando sembra che tutto stia andando per il verso giusto ecco gli imprevisti, il vento del tempo che spazza via dalle nostre vite altre vite. Ci ritroviamo ad interrogarci sul senso di tutto davanti all’immensità di un sole che sale in cielo al mattino presto o del fluire lento e costante di nuvole sopra le nostre teste… quelle teste che celano una piccola follia su cui si poggia la commedia della vita. Costruire architetture sonore di aperture interiori è la prerogativa di In prasie of more, ultimo disco degli inglesi The Engineers. Non siamo davanti ad una nuova proposta revival di stampo new wave o post-punk che NME cerca di presentarci come la band del momento. Siamo davanti ad esseri umani che cercano di rendere unica l’esperienza d’ascolto della musica, di accentuare il carico emotivo della dilatazione sonora non fine a se stessa. Il sound di In praise of more riempie come la densità di colore dell’esperienza di un crepuscolo. What it’s worth, Las Vega, Press rewind sono finestre di spazio infinito dove perdersi è facile. To an evergreen è pulsante ossigeno per l’anima stanca, climax di inviluppo sensoriale. La title-track concentra tutto il dinamismo del disco, è il centro di massa dell’ Elogio della follia a cui si è ispirato per la sscelta del titolo il leader Mark Peters. Questo disco è pop, è rock, è progressive nel mood, è un leggero equilibrio di attitudini emozionali, dove il synth è collante etereo e non prevalente colore e gli strumenti a corde delineano le forme del flusso. Come se lo slow-core dei texani Calla si fondesse con le soundtrack dei Passengers di Brian Eno e U2. La musica dei The Engineers è cosi stratificata e suggestiva che funziona anche senza parti vocali, come lo dimostra l’instrumental disc, secondo CD (clone solo strumentale del primo presente nel package).
Ascoltare In praise of more è un’esperienza tridimensionale dell’anima.

Credits

Label: Interbang Records – 2010

Line-up: Simon Phipps (Lead vocals), Mark Peters (Lead vocals on 4 and 6, guitars, bass and backing vocals), Ulrich Schnauss (Synthesizers), Matthew Linley (Drums) e Daniel Land (Bass).

Tracklist:

  1. What it’s Worth
  2. Subtober
  3. Las Vega
  4. Press Rewind
  5. There Will be Time
  6. To An Evergreen
  7. Twenty Paces
  8. In Praise of More
  9. Nach Hause

Link: MySpace

Ti potrebbe interessare...

fanali_cover_2024__

I’m In Control – Fanali

Immagini che si suonano. Suoni che si immaginano. Di nuovo in viaggio sinestetico con Fanali, …

Leave a Reply