In nove mosse – Gionata

Luciana Manco Album, Recensioni Lascia un commento

Non si faceva sentire da due anni, Gionata, ed è tornato con questo suo quarto album intitolato In nove mosse. Il genere è modificato, più vicino al cantautorato, al pop tradizionale, al rock all’italiana, e non più l’elettronica e gli arrangiamenti particolari e riconoscibili degli album precedenti.
Non so se questa scelta è stata dettata da una naturale evoluzione o se è frutto di una qualche strategia.
Resta il fatto che In nove mosse si presenta come un album un po’ controverso. Innanzi tutto trovo che la voce di Gionata sia molto, molto bella. Profonda, corposa, scura. Se non fosse per gli eccessivi sospiri che forse sono la sua caratteristica primaria ma che io ritengo non necessari, specie in Le cose facili, un brano molto piacevole, ma che nel cantato mi distrae. Altra piccola pecca, per il mio gusto personale, è il terzo brano, Tu vali! Già il titolo non è entusiasmante, e purtroppo non lo è nemmeno il testo né tantomeno la musica. Si parla di bellezza artificiale, ma in un modo che trovo poco originale, con coretti inspiegabili e una base elettronica anni ’80. Poi ad un certo punto sembra di ascoltare un altro disco, parte Di più e tutto ritorna leggero e intenso. Un brano molto dolce, emozionante, carico di sentimento. Ottimo. Da questo momento in poi i toni migliorano, le incrinature si alternano con momenti morbidi e caldi. Bella anche Lola. L’unico inconveniente è che i due brani che piacciono a me sono probabilmente gli unici due brani che piacciono a tutti, sentendo il parere di chi ha ascoltato queste nove tracce. Ed è anche vero che Lola ricorda troppo Gazzè. Ritrovo i giudizi di molti nel mio giudizio, e questo non è granchè, ma apprezzo la fedeltà allo stile e la gioia che l’artista trasmette, quella del creare, dell’esprimere, dell’esistere.
In fin dei conti rispetto alla musica italiana attualmente appiccicata alle hit, questo album si differenzia per personalità e purezza.