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F. – Davide Ferrario

Non voglio elencare anche io le sue importantissime collaborazioni artistiche. Come se bastassero a spiegare quanto uno sia in gamba oppure no. Come se il suo nome avesse sempre un ramo da cui pendere. Forse non è così, ma per fortuna posso dire ciò che penso. Davide Ferrario ha sì un curriculum che molti suoi coetanei (e non) invidierebbero, ma ha anche altre incredibili qualità che faccio decisamente fatica a dire. Quando suona è sempre curvo su se stesso. Come se avesse un buco gigantesco al centro del petto da difendere, da custodire. Come se fosse insopportabile la mole di sensazioni che lo attraversano. Come il piacere, come il dolore, che ti piegano in due.
F. è un album bellissimo. Parto da questo presupposto. Uno dei rari album che amo ascoltare dall’inizio alla fine senza saltare i brani. Perché tendo a fare queste mutilazioni quando non sento completezza. Invece questo è un album completo, un album che sono quasi fiera di avere. Esagero sempre quando mi innamoro di qualcosa. Eppure mi sembra assolutamente oggettivo. E’ affascinante e mi riempie di gratitudine quando ascolto musicisti che sono degni della parola che rappresentano. Non i soliti involtini primavera che ci rifilano  i talent show.
E a proposito di parole, Davide Ferrario le ama. E’ evidente. Le avvicina con cura, dando loro significati concreti, senza labirinti inarrivabili di significati. Le fa giocare tra loro, le amplifica del loro senso.
Non so definire il suo genere, so che dovrei farlo, ma ho sempre un’estrema difficoltà con le etichette sui barattoli, preferisco lasciar intendere.  Dire che è pop è limitativo, dire che è musica leggera peggio ancora. Non lo so, è un flusso, è un movimento preciso e seducente di mani sulla pelle.
Ci sono brani che personalmente mi hanno fatto sentire più forte, quasi dentro, quelle mani.
Innanzi tutto Non capiranno, che è la canzone con la quale ha iniziato a farsi sbirciare dentro. Se mi capitasse di accendere la radio e di sentirla penserei certamente che allora ci stiamo salvando.
Caos, a proposito di prodotti musicali da discount, la piena capacità di Davide di non essere mai banale, mai capace di messaggi ovvi, piccoli. C’è sempre un’apertura ampissima, una qualità altissima.
Poi ancora, L’ultimo giorno che ho, Io qui ci sono già stato e la meravigliosa Cercando un senso, che vede la collaborazione di Lele Battista. Una magia di tre minuti e mezzo.
Ma era giusto per citare qualche brano, perché, ripeto, l’ho apprezzato moltissimo dall’inizio alla fine.
E rimane sempre questa sensazione, quando ho a che fare con talenti di questo livello. Di essere quasi parte di un piccolo circolo di rivoluzionari che cambieranno il mondo. Io però osservo soltanto. Mentre loro (e Davide Ferrario è uno dei più silenziosi ma dei più fidati, nel mio immaginario) si muovono per le strade e qualcosa di bello succede, gli animi cambiano, si gonfiano, accolgono. E i messaggi si fanno onesti, puliti. Onesti. Soprattutto onesti.

Credits

Label: Autoprodotto – 2010

Line-up: Davide Ferrario

Tracklist:

  1. Come ieri
  2. Caos
  3. Non capiranno
  4. Retrocattiva
  5. L’ultimo giorno che ho
  6. Stanze vuote
  7. Io qui ci sono già stato
  8. Cercando un senso (feat. Lele Battista)
  9. Via di qui
  10. Senza una ragione (feat. Lorenzo Palmeri)
  11. Se non so sbagliare
  12. Non ci sono altre domande

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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