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Black Rainbow – Aucan

Appena usciti dalla settimana sanremese vi proponiamo un viaggio nei meandri di una musica nata in Italia, da musicisti nostrani ma che di italiano ha veramente poco. Black Rainbow è il terzo album degli Aucan, gruppo bresciano la cui ispirazione non sta certo al di qua delle Alpi: Massive Attack, Portishead e tanta, tantissima elettronica. Non a caso il disco è stato masterizzato da Matt Colton a Londra
La pubblicazione dell’album è stata anticipata da un video in cui i tre musicisti incappucciati si ritrovano nel mezzo di una foresta, come per celebrare una sorta di rito magico, e suonano la batteria con una violenza primitiva, rabbiosa. Un’anticipazione un po’ fuorviante perché trasmette un’idea di istintività e di immediatezza che nel disco non si ritrova. Black Rainbow non è un disco che nasce dalla sola ispirazione, scritto e suonato d’istinto. È un disco costruito, elaborato e che anche nell’ascolto non ha niente di immediato, anzi. Va ascoltato più volte per poterlo apprezzare. Quella istintualità, quella rabbia ferina sembra essere stata inscatolata, sembra implodere dall’interno. Assomiglia ad un quadro di Pollock: apparentemente senza ordine e costruzione, in realtà sapientemente congegnato. Del resto l’ossimorico titolo racconta meglio di ogni altra cosa quello che andremo ad ascoltare. L’arcobaleno è fatto di colori diversi ma lo sfondo è uno solo, cupo e profondo.
La traccia d’apertura, Blurred, ci riporta alle atmosfere trip hop di Mezzanine. Scrosci di pioggia interrotti dalle campionature e dalla voce sottile di Angela Kinczly, sensuale e inquietante nello stesso momento.
Interessantissima è Red Minoga. Al primo ascolto ho spento il lettore a metà del brano perché il ripetersi quasi ossessivo dei suoni mi sembrava un po’ irritante, quasi fastidioso. Ma certe volte bisogna andare oltre i propri limiti e si possono fare delle scoperte piacevoli. È finita che è il brano che preferisco di tutto l’album. Mi fa pensare ad un cuore pulsante in cui il suono è il sangue che viene pompato prima verso l’esterno e poi rientra e poi riesce. Il ritmo è palpitante, fatto di pause e ritorni. Bello davvero.
Embarque è invece un brano brevissimo, due minuti appena, e rappresenta anch’esso un unicum rispetto al tema dominante del disco. Sembra quasi un’elettronica orientaleggiante. Elettronica che invece domina incontrastata in pezzi come Save Yourself e Away!
Il disco si chiude con la title track, Black Rainbow, che pone un nuovo spunto. Rispetto al resto del disco questo brano ha un’ossatura più rock che elettronica, mi verrebbe da dire più tradizionale, con la batteria che la fa da padrona e il cantato ripetuto ossessivamente che presagisce un cult da concerto.
Una gran prova da non lasciare inesplorata!

Credits

Label: La tempesta – 2011

Line-up: Dario Dasseno (batteria) – Francesco D’Abbraccio (synth, chitarre)) – Giovanni Ferliga (voce, synth e chitarre)

Tracklist:

  1. Blurred
  2. Heartless
  3. Red Minoga (short edit)
  4. Sound Pressare Livel
  5. Storm
  6. Embarque
  7. Save yourselfi
  8. Underwater music
  9. In a land
  10. Away!
  11. Black rainbow

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