A BUZZ SUPREME
2010: Vol.1 & Vol.2
In streaming & download gratuito da Marzo 2011
A Buzz Supreme compie tre anni, e come lo scorso anno vogliamo ringraziare tutti gli artisti italiani che hanno collaborato con noi nell’arco degli scorsi dodici mesi. Il nome di A Buzz Supreme nel 2010, oltre che accanto alle etichette e agli artisti internazionali ed ai festival che abbiamo rappresentato, è stato vicino ad alcune degli artisti e delle uscite discografiche indipendenti italiane più interessanti. E’ un settore questo che seguiamo con molta passione e che cerchiamo di spingere con tutte le nostre forze.
Nella compilation troverete 29 brani, frutto di collaborazioni nelle diverse attività che seguiamo, la promozione, le edizioni ed il management. Tanta musica, generi diversi, ma sempre frutto delle nostre scelte musicali, perché per noi è importante rappresentare la musica che ci piace, selezionandola tra le tante proposte che riceviamo.
Col 2011 si è aperto per noi un altro anno importante, il nostro quarto; abbiamo da poco chiuso gli accordi con The Orchard per la distribuzione digitale nel Mondo e con Audioglobe per la distribuzione fisica in Italia dei gruppi che collaborano con la nostra struttura, ma era doveroso partire col sentito ringraziamento a tutti gli artisti italiani a cui siamo stati vicini e che ci hanno regalato la loro ottima musica. Lo facciamo con una doppia compilation gratuita che vorremmo avesse la diffusione più ampia possibile. Ringraziamo, anche per questo, i giornalisti, le radio, gli operatori musicali in genere e tutti gli appassionati che ci seguono e ci supportano, ed in particolar modo questo anno ringraziamo Elena Raugei che ha scritto la presentazione ai brani presenti nella doppia compilation.
Non ci resta che augurarvi: buona musica, con A Buzz Supreme!!
A BUZZ SUPREME 2010 vol.1&2
presentazione brano per brano a cura di Elena Raugei
Seconda compilation doppia nella storia dell’attivissima A Buzz Supreme, con un bottino di ben ventinove tracce suddivise in due ideali dischetti: il primo è dedicato a canzoni in italiano e ad alcuni strumentali posti in chiusura, mentre il secondo è interamente riservato a pezzi in inglese. Buon ascolto.
A BUZZ SUPREME 2010 – CD 1
Si inizia con la tellurica Il corpo del reato di Iosonouncane, all’anagrafe Japoco Incani nonché rivelazione del 2010 con La macarena su Roma, capace di shakerare cantautorato, sonorità elettroniche e testi acutissimi, declamati per riflettere con impagabile crudezza le contraddittorie storture della società contemporanea.
Si passa subito a un altro esordio solistico con Attento a me stesso di Alessandro Fiori, che ha ribadito la sua poetica altamente surreale in brani al pari morbidi e stravaganti: Lungomare ne è un’adorabile dimostrazione.
Terzo vivace brano in scaletta, terzo artista al debutto in proprio: La mattina presto è tratto da Blu di Andrea Cola, artefice di un raffinato pop-rock dalle notevoli aperture strumentali, efficace sia nei momenti melodici sia nelle dilatazioni immaginifiche.
Fiori torna a cantare in San Remo dei Mariposa, inedito distribuito in forma digitale in occasione dello scorso Festival di Sanremo: che dire, se non meraviglie, del loro inconfondibile mix di sperimentazione anarchica, orecchiabilità sui generis e ironia dissacrante? La miglior band italiana emersa dall’underground dell’ultimo decennio, in attesa dell’imminente, nuovo capitolo di studio.
A seguire troviamo il salernitano Guido Maria Grillo, che in Come un cane colpisce per intensità riuscendo a parlare di sofferenza con eleganti armonizzazioni: un’anteprima da Non è quasi mai quello che appare, ad appena un anno di distanza dall’omonimo primo passo sulla lunga distanza.
Altro giro, altro songwriter: Dino Fumaretto, alias Elia Billoni, si è presentato ufficialmente sulle scene con l’autarchico La vita è breve e spesso rimane sotto, dove la teatralità dell’essenziale binomio voce/pianoforte sostiene composizioni caustiche e decisamente eccentriche, proprio come Nuvole e meraviglie.
Si cambia registro sulle ali dell’immediata Poi più niente dei Marquez: con Il rumore migliore, secondo album dopo L’incredibile storia del malinteso tra il Dottor Poto e la banda dell’acqua minerale e l’EP L’anno del toro, la band cesenate compie un considerevole passo avanti nel miscelare retaggi della canzone d’autore italiana e rock di derivazione internazionale, usando tanto le elettriche quanto un quartetto d’archi.
I toscani S.U.S., cioè Alessio Chiappelli, Lorenzo Cammilli e Duccio Stefanelli riuniti sotto l’acronimo per “Succede una sega”, hanno invece esordito con Il cavallo di Troia sfoderando attitudine punk-rock futurista e testi taglienti, refrattari agli attuali meccanismi sociali: Gli errori di Copernico funge da ottimo biglietto da visita.
Coprodotto con Amerigo Verardi e dedicato al tema della città, Psychobabele è il successore di L’audace bianco sporca il resto per i pugliesi Leitmotiv, lanciati nella scommessa di suonare rock mantenendo in parallelo le proprie, preziose radici mediterranee: appropriato cominciare dall’ondivaga title-track, allora.
Il progetto triestino Doppia personalità nasce dal sodalizio fra Giovanni Milani e Davide Volpe: una bipolarità che nel terzo album Stile di vita si riflette in episodi energici eppure malinconici, come si può ascoltare in Vittima di lei.
Senza contare l’antecedente EP Laura, all’esordio propriamente detto con 54 e non sentirli i Colya – cioè Antonio Nardi/Canemorto, Nicola Turri e Fabio Lapini – sono ben rappresentati da Niente, proiettile grunge-rock a tutta velocità e dal forte impatto, seppur arricchito da un arrangiamento che trova spazio persino per un ribelle violino distorto.
A proposito di violino, maneggiato assieme alla chitarra elettrica nell’attuale line-up del Teatro degli Orrori, il richiestissimo Nicola Manzan dà coraggioso, libero sfogo al suo terrorismo sonoro con il progetto in solitaria Bologna Violenta, che ne Il Nuovissimo Mondo sancisce un connubio poco sacro e
molto profano tra strumentali filo-grindcore e recitati a omaggiare i mondo movie degli anni 60: gloria a lui e alla disturbante Trapianti giapponesi.
Restando nell’orbita di progetti anticonvenzionali, arriviamo a Synusonde: le trame elettroniche di Paolo F. Bragaglia si fanno accompagnare dal pianoforte di Matteo Ramon Arevalvos, cosicché modernità e classicismo si trovano a dialogare lungo gli affascinati strumentali di Yug, illustrato per l’occasione dalla pregevole Motetus.
Coinvolto in numerosi gruppi, il genovese Fabio Zuffanti chiude la prima metà del viaggio con la versione strumentale di Cinque all’alba, tratta dal suo secondo disco solistico Ghiaccio: paesaggio sintetico, atmosfera avvolgente.
A BUZZ SUPREME 2010 – CD 2
La (ri)partenza è col botto grazie alla versione edit della sghemba You’re An Animal di Samuel Katarro, nome d’arte dell’acclamato songwriter pistoiese Alberto Mariotti, che sancisce un magico, visionario connubio fra blues e psichedelia, come testimoniato da The Halfduck Mystery, uno degli album più belli del 2010.
Un’altra delle nostre migliori realtà indie sono i pratesi Baby Blue, guidati da Mirko Maddaleno e Serena Altavilla e alla seconda prova di studio con We Don’t Know: abbandonatevi all’irruente rock-blues di Shut Up e ricordatevi di andarli a vedere dal vivo, che sul palco come loro ce ne sono davvero pochi.
La romana Giulia Villari non è da meno nel sorprendere con un mini d’esordio, River, prodotto da un maestro del calibro di Rob Ellis: la prima traccia in programma, November, sta a significare, con tutta la sua suadente carica, che si può essere al contempo donna e rocker persino in Italia.
Continuiamo con le sorprese, se Carlot-ta – ad appena vent’anni – ha inciso un debutto, intitolato Make Me A Picture Of The Sun come il brano qua selezionato, che sfrutta doti fuori dal comune: voce sicura, pianoforte e amore per la poesia.
La schiera di cantautrici continua con UnePassante, progetto della palermitana Giulia Sarno, che nella prima opera More Than One In Number, tenendo da parte l’EP Enjoy The Road del 2008, ha messo in luce lodevole cura artigianale nel destreggiarsi con un pop da camera screziato di jazz, dalla stratificata foggia strumentale. Per assaggio, ecco A Une Passante.
I fiorentini Bad Apple Sons hanno registrato il loro omonimo esordio, dopo l’EP Cowards del 2007, grazie alla prestigiosa vittoria alla ventesima edizione del Rock Contest: Clemente Biancalani, Andrea Cuccaro, Andrea Ligia e David Matteini, divisi fra l’amore per il rock più dissonante e dilatazioni maggiormente eteree, dal taglio sperimentale, esprimono bene la propria visione artistica in un pezzo a presa diretta come Backroom Facials.
I bolognesi Ofeliadorme, anch’essi al debutto sulla lunga distanza con l’autoprodotto All Harm Ends Here, a seguire l’EP Sometimes It’s Better To Wait, arrivano altrettanto a destinazione con l’incalzante Ian, qua in versione edit: merito di una fisicità che si fa strada tra le attente tessiture elettroacustiche e sfocia nel canto incisivo di Francesca Bono.
Chi fa dell’irruenza una costante filosofia di vita sono gli emiliani Pazi Mine, capitanati da Sara Ardizzoni: l’omonimo esordio poggia su un rock/hardcore che non sfigurerebbe all’estero, che innesta evocative linee melodiche su strutture sonore massicce e rocamboleschi cambi di tempo, come si evince da Square The Circles.
I bresciani Edwood di Michele Campetti invertono la tendenza con la policroma delicatezza di un pop-folk sempre più padrone dei propri mezzi: Galaxies è del resto estrapolata dal terzo capitolo di studio, Godspeed.
Se Tick As The Summer Stars si era fatto apprezzare, i pistoiesi Ka Mate Ka Ora alzano la posta in gioco con il programmatico Entertainment In Slow Motion, prodotto da Katarro: l’elogio alla lentezza di Stefano e Carlo Venturini e Alberto Bini procede facendo incrociare post-rock, slowcore e shoegaze nel corso di traiettorie non di rado cinematografiche, come nel caso di My Psychedelic Teacher.
Johnnie Selfish & The Worried Men Band azzardano una divertente cover di About A Girl dei Nirvana, contenuta nella seconda prova autoprodotta Committed e stravolta in caracollante ballata country-blues a base di cantato rauco, steel guitar e banjo.
Dalle radici ai futuristici 2Pigeons: archiviato l’omonimo EP del 2008, Chiara Castello (voce dalle notevoli potenzialità e percussioni atipiche) e Kole Laca (piano, Rhodes, synth, effetti, cori) arrivano a Land plasmando una mutante forma-canzone che flirta con drum & bass, trip hop, jazz e rock. Circus Lady è il perfetto esempio di un personale punto di approdo.
I fiorentini Velvet Score – al momento formati da Marco Giusti, Leopoldo Giachetti, Martino Mugnai ed Emanuele Braca – giungono alla terza pubblicazione in sei anni con l’EP Goodnight Good Lovers, un concept che fa maturare sonorità post-rock in brani accomunati dal contesto bellico delle liriche: Waterloo rapisce e vanta la presenza di Serena Altavilla al microfono.
Minimono (collettivo artistico fiorentino devoto alla cultura cyberpunk e all’evoluzione del rock in chiave tecnologica, come ribadito dal nuovo disco Runaway) e Silicon Dust (formazione napoletana all’opera con tastiere, campionatori e percussioni elettroniche su un’ibridazione fra musica digitale e analogica, al secondo EP con Play With You e già proiettata sul primo album, previsto per il 2011) chiudono le danze invitando alle danze: l’house funkeggiante di Smoking Mind e la techno-rock della stessa Play With You, entrambe in versione edit, risucchiano in vortici di ritmo irresistibili.
Streaming
VOLUME 1
A Buzz Supreme 2010 vol.1 by abuzzsupreme
VOLUME 2
A Buzz Supreme 2010 vol.2 by abuzzsupreme
Un solo commento
Pingback: Dino Fumaretto | Elia Billoni » Blog Archive » Il cantautore che non vuole uscire