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Musica e calore: Perturbazione @ Casa delle Arti, Succivo (CE) 18/02/11

Riflessi caldi dei lampioni sull’asfalto bagnato di una cittadina di provincia. Umido e freddo per questa sera di metà febbraio. Succivo sembra addormentata e silente. I passi sono attutiti dal vento.
Ci avviciniamo alla Casa delle Arti, dove lo staff dell’Atellana Festival ha organizzato il primo Lab della stagione. Un cortile raccolto si apre ai lati dei pochi gradini che conducono all’ingresso. Un’ultima sigaretta per Gigi che l’accende sorridente. Il furgone è parcheggiato nei pressi,  carico di strumenti solo fino a poco prima, la voglia è sempre la stessa, suonare, dividere  emozioni che urlano dentro. Si va.
La sala, di giorno biblioteca, è un semplice rettangolo, le luci sono basse, ma pannelli con stilizzazioni di musicisti jazz, rock e non, creano uno sfondo suggestivo.
Il concerto dei Perturbazione è stato aperto dai Disappearing One, gruppo rock del casertano grintoso e trascinante.
I ragazzi raggiungono “il palco”, istintivamente tutti si siedono e il concerto parte.
Fin dalle prime parole Tommaso inizia a tessere con garbo una rete di sottile di empatia col pubblico che va ad intensificarsi  brano dopo brano in un crescendo che non è solo piacere per musica dei sei ragazzi piemontesi, ma rispetto profondo per lo spessore umano dei membri di un gruppo totalmente scevro da divismo e presunzione, profondamente vero, invece, e vicino ad ogni singolo spettatore di questa serata.
Lo stesso portarsi in avanti  di Tommaso, fisicamente proteso verso i ragazzi seduti ad ascoltarlo, il suo bisogno quasi imprescindibile di entrare fra il pubblico, assorbirne gli umori per restituirli in musica, rende con chiarezza la sensazione più forte che ha pervaso tutti durante questo concerto: scambio e condivisione emotiva espansi nell’aria attraverso la musica.
Struggente e dolcemente maliconica La Rosa dei 20 come un disegno schizzato su di un foglio in un bar. Segni delicati e colori tenui a tratteggiare la vita nelle sfumature agrodolci di momenti perduti o sfuggiti per un attimo, nel sorriso col quale sentiamo come anche ricordi e rimpianti possano renderla vera e degna di essere vissuta. E’ un fiore di vent’anni e tu non l’hai capito /E’ un sogno divertente e tu sarai il mattino”
Dalle prime alle ultime parole il pubblico canta con loro. Ti volti e vedi visi contenti. Una piccola magia della musica.
Al centro Tommaso, alla sua destra, seduto, Gigi Giancursi, chitarra sulle ginocchia, capelli lunghi davanti agli occhi chiusi a sentire dentro le note ed un sorriso pronto che esplode in  risata nel vedere Tommaso afferrare il boa millecolori di Elena, al violoncello, che ride a sua volta. Che tra i ragazzi ci sia un’intesa forte è evidente ed è parte fondante del calore di questo concerto.
Allegria scanzonata e nostalgica per l’incipit di Mondo Tempesta, si canta di nuovo tutti insieme.
Alla destra del palco Alex Baracco e Cristiano Lo Mele, rispettivamente a basso e chitarra. Rossano Lo Mele alla batteria, sorriso simpatico e canzonatorio. Via per un altro pezzo.
Del nostro tempo rubato, intima e profonda.
Agosto, intramontabile e trascinante, prende l’avvio dalla voce di Tommaso che si fa più dolce e sussurrata per essere poi accarezzata dal violencello suonato con delicatezza e cura dalla bella Elena Diana. Ed eccoci catapultati in un mondo onirico dove può far freddo nel mese più caldo dell’anno, dove le stagioni e gli emisferi si confondono, dove tutto è commistione di colori, suoni e sensazioni, laggiù in quel posto imprecisato dove le nostre emozioni si aggrovigliano dentro.
Energia dilagante con Il senso della vite.
Primo, uno dei momenti più intensi di questa serata, Tommaso introduce il pezzo: è di Gigi Giancursi, tocca a lui parlarne, Primo Levi è uno scrittore che ama, la sua storia ha portato agli occhi del mondo, con la lucida forza delle parole, un dramma orrendo ed apparentemente incomprensibile, reso possibile dal controllo e dal condizionamento “mediatico” delle masse. Non bisogna abbassare la guardia dunque, ma spalancare gli occhi su quello che anche noi oggi viviamo e di cui sempre più spesso non riusciamo a renderci conto.
Trovo questo brano stupendo per musica e testo. Una parentesi di delirio sulle note di Vomito, il pubblico si alza d’istinto con un balzo che è energia ed entusiasmo insieme, lo stesso evidentemente che i Perturbazione hanno saputo regalare loro in questo concerto alla Casa delle Arti di Succivo.
La serata corre via veloce, ma piena, si arriva all’ultimo pezzo: Buongiorno buona fortuna, inno al buonumore, i Perturbazione salutano augurando un buon week end a tutti e buon lavoro a chi anche sabato, domenica e forse di notte lavorerà. La serata è finita, no? No, i ragazzi gridano, vogliono il bis e non resteranno delusi, altri tre pezzi.
“Non sa che c’è un’attesa dopo un’altra attesa”. Una pioggia fitta cade leggera e silenziosa, cappucci in testa, sorrisi ed il furgone da caricare nuovamente, un’altra attesa, un altro concerto, per essere ancora insieme e dividere musica e calore ancora una volta. (Lost Gallery)

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