Gli Underground Railroad sono la personale creazione del cantante e chitarrista ferrarese Enrico Cipollini coadiuvata da Andrea Orlandi e Nic Fantini, rispettivamente a basso e batteria. Power trio dalla scrittura e dall’attitudine alquanto classica, dopo un disco autoprodotto nel 2006 e svariate presenze su palchi e concorsi vari (Roxy Bar e Motorshow su tutti) esordiscono pochi mesi addietro nelle file della Alka Records con questo Moving the Mountain, prolissa ed accurata raccolta di dodici brani a vezzeggiare e rinfrescare alla mente l’antichissima parabola del rock duro e puro, quello che un tempo usava muovere pure le montagne, appunto, e che oggi se fatto bene, riesce a solleticare i nostalgici, affrancare i pessimisti e dare un’idea ai più piccini di cos’era un tempo la musica del diavolo. Cos’altro più? Poco o nulla, forse. Per non barricarci anche noi nella schiera dei pessimisti di fine secolo, anzi, assumendo un atteggiamento più conservativo, diciamo che questo Moving the Mountain è un disco suonato anche discretamente, senza ombrosità eccessive e con momenti anche gradevoli. Ma cosa lascia in bocca se non la certezza un po’ scolastica di una lezione imparata per bene e di un esercizio svolto con sufficienza? Così i riff corrosivi di apertura d’abbecedario hard rock di Black Rain trovano un po’ d’aria solo nelle venature eteree seppure incompiute della chitarra nell’inciso, mentre nei connotati da boogie esagitato di Same Old Place e soprattutto nell’andamento marziale di Enlightenment, con un suono chitarristico ai limiti dell’abrasivo, sembra quasi si prenda spunto da certo garage revival figlio dei White Stripes, ma senza la giusta sintesi. Nell’interminabile ballatona di Hard to Let Go una pericolosa deriva melodica rischia di avvelenare per troppa dolcezza gli Scorpions sciogliendoli in un languido solo americano alla John Frusciante. Le poche boccate d’ossigeno sono da rintracciarsi nelle confessioni blues svigorite e nelle flebili movenze di Rainstorm, con tanto di delay sulle chitarre, e nella coda di Riverside che per un po’ sembra aprirsi ad una jam psichedelica. Probabilmente risparmiando un po’ sulle lunghezze, smussando questa prolissità francamente un po’ eccessiva e lavorando un po’ di fino sulle strutture e gli arrangiamenti potrebbero uscire fuori in futuro anche cose migliori e meno derivative. Per ora il giudizio è tiepido ed anche un po’ anemico di fronte a questo progetto. Non che ci si debba aspettare qualcosa che smuova necessariamente le montagne, ma in giro c’è chi col rock è in grado di provocare ancora qualche valanga (e chi non è per nulla stanco di esserne travolto).
Credits
Label: Alka Records – 2010
Line-up: Enrico Cipollini (voce, chitarra) – Andrea Orlandi (basso) – Nic Fantini (batteria)
- Black Rain
- Same Old Place
- Riverside
- Hard To Let Go
- Chain Gang
- Enlightenment
- Drown
- Part Time President
- Rainstorm
- A New Machine
- Satisfied
- Dirty Woman
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