Kevlar Project: “Una batteria, due chitarre, due voci, muro di suono e melodie”. Questo scrivono di se stessi i tre musicisti di questo progetto, nato dai componenti rimasti dalla disciolta band di Roma Bambole Nere. I Kevlar sono rock asciutto, spigoloso, potente e grezzo, che viene dalle salette prove nascoste nei garage insonorizzati con i cartoni vuoti delle uova. Strizzano l’occhio al sound dei Verdena, ma non disdegnano richiami ai primi Timoria. Liberano una demo che si può ascoltare sulla loro pagina MySpace: tre tracce con ottimi spunti. In Divorare l’aria la batteria dà il ritmo alle due chitarre ed è buona l’idea di variare il tempo lasciando alle voci le pause. Il testo è veloce e ripetitivo come una sorta di mantra scaccia asfissia di asmatici dell’anima. L’incipit di Captivus daemonis richiama, in lontananza, l’apertura della storica Fear of The Dark. Tra i tre pezzi è il meno convincente. Il testo è più articolato, ma la voce troppo distaccata non asseconda il cinico pungere del suono delle due chitarre. Buona Nemmeno Giuda con un testo dalla storia accattivante ben resa dall’inflessione suadente della voce. Le due chitarre seguono piacevolmente la strada del tempo segnato dalla batteria.
Nel complesso la demo presenta una buona attitudine rock, l’embrione da cui far germinare meritevoli semi.
Credits
Label: Autoprodotto – 2011
Line-up: Daniele Failla (voce, chitarra) – Marco Boccacci (chitarra, voce) – Stefano Arresta (batteria)
Tracklist:
- Divorare l’aria
- Captivus Daemonis
- Nemmeno Giuda
Links:MySpace