La musica come esperienza metafisica. Di un vedere l’altrove immaginifico e salvifico. Fatto di natura intesa nel suo senso di corrispondenza tra le parti, di armonia. Fatto di esseri lievi, eroi della malinconia, fate silenti, e muse sinuose. Ricordano a tratti l’impeto mesto dell’Iperione di Hölderlin.
I napoletani Mathì si misurano con l’attitudine dotta di un certo far musica che oscilla tra i nostrani Marlene Kuntz e gli umori slowcore di respiro internazionale, aggiungendo un universo da mitologia interiore.
Visioni notturne, sogni che si dispongono in versi e approdano alla dilatazione dei suoni, dove il gioco degli elementi è ben ordito trattandosi di quattro tracce che intonano appena un ep d’esordio. Il canto conosce la sua direzione e non inciampa, mentre le chitarre sanno essere ammalianti e variabili.
Ogni episodio si distingue per un dettaglio, un angolo da esplorare. Da Due lune, il cui incipit ricorda certe soluzioni leggerissime dei Sigur Rós, fino alla più spigolosa Sospiri di vento.
Petali ridenti nel suo complesso mostra una band che fa della scrittura un rito poetico e degli arrangiamenti una ricerca sottile che vira verso i soffi di una delicatezza promettente.
Credits
Label: Autoprodotto – 2011
Line-up: Mathì (chitarra voce parole) – Nevevenga (chitarra) – Anthos (piano synth glockenspiel grafics) – Falafel (basso) – Giusi Arvonio (violino voce) – Gennaro Coppola (batteri)
Tracklist:
- Due lune
- Cuore di fata
- Cascata
- Sospiri di vento
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