Julianna Barwick è una cantautrice americana di base a New York. La sua voce incorporea può sedurre l’ascoltatore che approda nel suo “magic place”, così come la dolce ma ingannevole musica delle sirene attirava nella loro isola i marinai più imprudenti. Ma se nell’antica Grecia queste figure mitologiche adescavano le loro prede al solo scopo di divorarle, il “luogo magico” di cui la Barwick ci apre le porte è tutt’altro che un luogo di morte: offre quiete, riflessione, ricerca della spiritualità e serenità. Il suo debutto risale al 2006 con il breve e autoprodotto Sanguine, a cui segue l’ep Florine del 2009. La sua musica abbraccia più generi: dall’universo ovattato del dream pop alla spiritualità della new age, passando per i suoni atmosferici della musica d’ambiente.
Cominciando ad esplorare The magic place ci si accorge, sin dalla prima traccia, di quelli che sono gli ingredienti base dei suoi nove episodi criptici quanto ipnotici: loop e stratificazioni vocali a dare l’idea della presenza di più voci, note sussurate e allungate come in una ninnaninna ad enfatizzare il concetto di sogno. In Keep Up The Good Work sembra di ascoltare la Barwick riprodurre il lamento del vento che soffia tra gli alberi, mentre il doppio colpo di cassa (a ricordare un lontano battito cardiaco) accompagna un basso che si inserisce in punta di piedi verso la fine del pezzo, ed un piano che si protrae fino alla chiusura dello stesso. Nella titletrack influenze celtiche, riverberi e giochi con la voce ci riportano alla mente uno dei grandi nomi di questo genere, Enya. Più in là, nascosta tra gli alti e verdi arbusti, è possibile scovare una chiesetta sconsacrata dove si intonano canti come Cloak e Flown: sarà che l’organo, il piano e i cori, propri di una fanciullezza trascorsa in chiesa, abbiano influito sul bagaglio musicale dell’artista. In Prizewinning un beat enigmatico, l’intensità prima crescente e poi in discesa del suono dei piatti della batteria ed una vaga atmosfera anni ’60 lasciano spazio negli ultimi secondi alla sola voce di Julianna.
Nel complesso il disco ci lascia soddisfatti per la grazia e la bravura con cui la Barwick ci prende per mano in questi 43 minuti di musica, che proseguono il cammino intrapreso con i precedenti album arricchendoli di pathos e facendo uso di qualche strumento musicale in più. Unica pecca è una certa ripetitività nella struttura dei pezzi: l’intro spesso caratterizzata da voce unita ad effetti elettronici, parte strumentale introdotta al’incirca a metà del pezzo, finale solitamente affidato ai tasti di un pianoforte. In attesa di ascoltare un suo nuovo lavoro non ci resta che chiudere gli occhi, isolarci dal superfluo che ci circonda e fare nuovamente un salto dalle parti di Julianna per lasciarci trascinare dagli effetti di questa dolce droga.
Credits
Label: Asthmatic Kitty Records – 2011
Line-up: Julianna Barwick
Tracklist:
- Envelop
- Keep up the good work
- The magic place
- Cloak
- White flag
- Vow
- Bob in your gait
- Prizewinning
- Flown
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