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Il flusso dell’istinto tra Meccanica e Natura: intervista ai Jolaurlo

Il loro nuovo disco sta raccogliendo i primi ottimi consensi dalla critica e la base di fan raccolti nel tempo li appoggia costantemente, oltre ad aver contribuito direttamente (con moneta sonante e scelta del titolo dell’album) alla produzione del disco; per questi motivi i Jolaurlo sono uno dei più interessanti progetti dell’odierna scena musicale italiana attuale.
Non si possono ignorare. I Jolaurlo ci sono, e con loro portano qualcosa di nuovo nei metodi di produzione/promozione, oltre che nelle orecchie di chi li ascolta. LostHighways non poteva fare a meno di porre loro alcune domande, e tentare di conoscerli meglio nell’insolubile intreccio tra meccanica e natura. (Chiaro/Scuro è in streaming autorizzato; foto 2 di Roberto Ricciuti)

In questo bizzarro autunno esce il vostro disco Meccanica e Natura: quali sono stati i tempi che hanno portato alla sua nascita?
Marzia: Altri tre passati e bizzarri autunni.

Con il vostro pubblico più affezionato avete un rapporto davvero particolare. Raccontateci la vostra esperienza di coinvolgimento nella creazione del disco.
Marzia: Il pubblico ha prodotto il disco e scelto il nome dell’album. É stata un’esperienza stimolante e divertente durata circa un anno, dalla fase di ideazione alla fase di attuazione. Diciamo che se una band non ha fretta di pubblicare un disco, e vanta una discreta fan base, può adottare questa modalità come “modus producendi” (mio neologismo) per realizzare i propri dischi.

Meccanica e Natura: cosa rappresenta quindi per voi questo titolo? Nel mio commento al vostro disco ho provato ad interpretarlo… sono andato vicino al vostro pensiero?
Marzia: Il tuo commento è stato uno dei più belli e ispirati fino a questo momento. Non sei andato solo vicino, ma direi addirittura a fondo del suo significato. Oggi più che mai, viviamo la totale rarefazione tra Umano e Tecnologico, tra Meccanica e Natura. Le persone piangono, ridono, si innamorano attraverso uno schermo lcd, condividono le loro emozioni con un frenetico digitare sulle celle di una tastiera. La Natura si manifesta portando la vita e la morte, il sole e la pioggia, la meccanica si occupa solo di rallentare o velocizzare questi imperativi, e noi non possiamo fare altro che raccontare noi stessi e ciò a cui assistiamo.

Gianni: Meccanica e Natura è un frammento di frase tratta dal testo di In Movimento, brano del nostro secondo disco. Come prima ti dicevamo, è il pubblico ad aver votato questo titolo tra una serie di scelte da noi proposte. Ed è stato bellissimo vedere come tra noi e i fan ci fosse empatia, considerato che il titolo scelto dal pubblico, fosse anche il nostro preferito.
Per me il concetto espresso dal titolo del nostro disco è racchiuso in un vecchio film di George Lucas, L’uomo che fuggì dal futuro.

Anche i videoclip incarnano il concetto di Meccanica e natura. Da una parte il lato tecnico e tecnologico della produzione e distribuzione video, dall’altra parte la natura umana che concepisce e fruisce la nuova combinazione di immagini e musica. Che rapporto avete con i videoclip e cosa rappresentano per voi?
Marzia: Il video è come un passaporto, permette alla band di presentare la propria identità, il proprio carattere, valicando il confine del tubo catodico. Oggi direi del Tubo del Brodcast your self!

Proprio in questi giorni, a Bologna prende vita la nuova edizione di 45girifilm Festival. Tante troupe di videomaker in gara e solo 45 ore per produrre interamente un videoclip musicale. Tra i brani che partecipano all’iniziativa, c’è anche uno dei vostri pezzi. Con quale brano partecipate e cosa vi aspettate da questo originalissimo festival?
Marzia: Abbiamo scelto Chiaro/Scuro, perché è un pezzo che adoriamo, l’unico che abbiamo composto e registrato tutti assieme.

Una cosa particolare del festival è che i brani partecipanti sono in un numero ben minore rispetto alle troupe di videomaker; per questo motivo potrete sicuramente vedere ben due o tre videoclip diversi realizzati sul vostro brano. Differenti interpretazioni per una vostra creazione; temete di vedere stravolto il senso della vostra musica?
Marzia: Già questo è un rischio, ma devo dire che per noi prevale il piacere della sorpresa. Quindi abbiamo pensato che il festival in generale si fondi su un’idea molto originale, che merita il nostro supporto.

45girifilm Festival è una delle tante iniziative che ruotano attorno alla scena musicale indipendente, o quantomeno “underground”. Voi che già da un po’ di tempo la conoscete, ma nella quale ora con forza vi state addentrando, in che stato di salute la trovate?
Marzia: Personalmente la trovo molto fertile, ci sono un sacco di nuovi progetti che dimostrano carattere, e originalità. Non mancano le imitazioni e le “copie delle copie”, ma credo che il pubblico più intelligente e attento sia in grado di distinguere i progetti autentici da quelli fittizi. Non a caso quelli veri sono anche i più longevi.

Tornando al vostro disco, forse in questo più che nei precedenti lavori, il suono elettronico diventa colonna portante di tutti i brani. Come si è sviluppata questa componente sonora e cosa pensate abbia aggiunto ai Jolaurlo?
Gianni: come puoi notare anche dai nostri precedenti lavori, componiamo attraverso il flusso dell’istinto, spesso senza badare al genere o al posizionamento del disco sul mercato.
Anche in questo disco, nonostante la matrice elettronica, non abbiamo tralasciato l’approccio punk degli arrangiamenti dato che in quasi tutti i brani le parti di elettronica sono suonate “live” come fosse una take di basso o di chitarra.

Meccanica e Natura, nel suo complesso, mi pare un disco molto consapevole. Avete ben chiare le vostre possibilità e conoscete il vostro valore. Anche i brani più pop o quelli più “ballabili” sono inseriti senza timore o spocchia. Cosa pensate sia necessario ancora per fare “il salto” (sempre che vi interessi farlo) e da quali fattori pensate dipenda?
Gianni: I nostri dischi sono consapevoli a metà. Alla fine di un disco, infatti, scopriamo sempre di conoscerci, un po’ di più.
Mauro: Esatto, sempre se ci interessi farlo! Direi comunque che una maggior organizzazione e coordinazione fra tutti i progetti che desideriamo portare avanti ci aiuterebbe a focalizzare meglio gli obiettivi comuni. Ma d’altronde siamo artisti e musicisti, non manager d’azienda.

Chiaro/Scuro – Preview

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