Capita a volte di camminare per la propria città, senza una reale meta, solo per il gusto di camminare, di respirare la vita della propria città, del proprio paese. Però capita anche, a me spesso, di voler sentirsi partecipi, ma contemporaneamente sentire il bisogno di difendersi ed usare precauzioni: addentrarsi ma non mischiarsi. Così si cammina e ci si infila gli auricolari nelle orecchie ponendo un muro di musica e parole tra la propria persona ed il mondo esterno. Su cinque sensi, annientarne uno è già un buon metodo di difesa.
Ora la musica che si ascolta ha un ruolo fondamentale perchè può veramente interagire con ogni altra percezione, arricchirla e modificarla. Ogni input esterno viene filtrato dalla musica, e deformato.
Se si prova tutto ciò con il disco Atìnpuri dei Radiofiera il risultato è incredibile. Vengono dalla provincia di Treviso e sono sulla scena musicale del territorio da ormai tanti anni, ricchi di concerti e pubblicazioni. Rock, folk, musica cantautorale: non può essere diversamente per una band tanto radicata nel territorio, che per rendere ancora più carnale il suo “essere artista”, canta in dialetto trevigiano, la prima lingua conosciuta dal cantante ed autore dei testi, Ricky Bizzarro. L’uso di questa lingua, povera e splendidamente musicale, obbliga ad una espressività diretta, quindi lontana da ogni intellettualismo. Si parla come si mangia, con parole dure ed altre delicate, con un realismo toccante, una poesia del quotidiano che sa emozionare con semplicità.
Il tema principale del disco è, come suggerisce il titolo, la declinazione del significato del termine “atìnpuri”, coniato dallo scrittore Luigi Meneghello. “Atìmpuri” è quella parola che i bambini non capiscono le prime volte che si confessano ad un prete: un peccato, un atto impuro, ignoto e pericoloso. Tutto il disco ruota attorno agli atti impuri dell’uomo, che ora spesso hanno la forma della televisione, di una croce alla quale ci si rivolge per interesse e di una croce che tutti portiamo sulle spalle, dei “negri da bruciare”, di una vita da fregare.
Nel rock dei Radiofiera ci sono le ballate ed i brani veloci, ci sono potenti chitarre e delicate armoniche, ci sono momenti estremamente cupi che scavano fosse, ci sono vento e luce che colorano il paesaggio.
C’è anche Giorgio Canali alla produzione artistica di questo bel disco, ma soprattutto c’è l’uomo, nella sua terra, dipinto con un tratto tanto deciso e reale, quanto sfumato di poesia ed amore.
Ed è stato bello per me riscoprire la mia città in una passeggiata, filtrata da una lingua che non è la mia, ma da cuori, quelli sì, che sono come il mio, come quello di tutti coloro che ho incrociato per le vie.
Credits
Label: Psycolabel – 2011
Line-up: Ricky Bizzarro (voce e chitarre) – Steve Dal Col (chitarre, Hammond, cori) – Simone Chivilò (chitarre) – Giuseppe “Bepi” Fedato (batteria); hanno inoltre collaborato Piero Trevisan – Michele Bizzarro – Marco Andronico – Giorgio Canali – Ombretta Rossi,
Tracklist:
- Bianco su bianco
- Me ciamo fora
- El miracoeo
- Luna
- Bambola
- Natisemonatituti
- Vudubebi
- Bastardi in riga
- Foie da vento
- L’amor che ti ga
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