Impressions – Lunatic Soul

Vladimiro Vacca Album, Recensioni Lascia un commento

Correre a piedi nudi nel mezzo di una tormenta. Lasciare orme di pensiero sulla neve dei ricordi. Scavare. Scavare. Scavare sempre di più nel proprio subconscio. Restare attoniti davanti allo specchio di ghiaccio di un’anima lunatica. Restare ipnotizzati nella stessa maniera per il suono digitale di un cuore aggrappato ad un respiro, al cadere di gocce di pioggia sul viso di un bambina che si è persa nel bosco, al gonfiore di una marea che si infrange su una spiaggia di novembre. Queste ed altre fantastiche libere associazioni soniche sono rintracciabili in Impressions, atto stumentale finale della trilogia sperimentale del progetto solista Lunatic Soul di Mariusz Duda, voce e forza creativa dell’acclamatissima band post-progressive Riverside. Mariusz Duda fa confluire la sua attitudine prog nei meandri della world-music con grande talento sinestetico. Il susseguirsi di piano, flauto, organo hammond, e-bow, chitarra acustica, basso e suggestivi vocalizzi crea una climax ascendente di denso lirismo atmosferico. Un viaggio di trasmutazioni interiori che non dà scampo. Totale perdita dei concetti di spazio e tempo. Difficile annoiarsi. Lunatic Soul riesce dove l’ultimo Peter Gabriel incespica, la leggiadria della composizione strumentale deve essere chiave di esplorazione emozionale e non pomposità dilatata con poca sostanza introspettiva. Le nuove frontiere della musica sono in dischi come questo.