Gli A Toys Orchestra sono una delle band più interessanti nel panorama italiano. Dopo l’enorme successo ottenuto lo scorso anno con l’album Midnight Talks, hanno da poco dato alle stampe il nuovo e attesissimo Midnight (r)evolution. Un album che non ha deluso le aspettative del pubblico e della critica e che segna una sorta di svolta politica nell’approccio della band. Ce lo siamo fatti raccontare da Enzo Moretto, leader della band. (Midnight (r)evolution è in streaming autorizzato)
Partiamo dal titolo del vostro nuovo album: Midnight (r)evolution. C’è bisogno di una rivoluzione per potersi poi evolvere o è l’evoluzione che porta a dover mettere in atto una rivoluzione?
In un certo senso sono concetti che vanno a braccetto. I media ci hanno abituato a intendere la rivoluzione come qualcosa di strettamente legato agli estremismi, agli insurrezionalismi o, ancor più falso, al mero atto vandalico. Ma lo spirito che guida questo sentimento è invece parente stretto della libertà e del senso di giustizia ed eguaglianza. E’ svilente ridurre un così profondo pensiero ad un fazioso vezzo politico. La rivoluzione è il dettame naturale di un impulso atavico di emancipazione e di progresso, dunque di una naturale propensione all’evoluzione.
Parliamo del video di Midnight revolution: da dove nasce l’idea?
C’era da parte mia la volontà di mostrare qualcosa di forte. Bisognava però trovare una chiave di lettura che fosse più ficcante rispetto alle tanto abusate immagini di cronaca a cui ci siamo man mano assuefatti. Il regista Jacopo Rondinelli ha ben pensato di evidenziare per il video il lato ironico della canzone e condire il tutto con una forte dose di romantico surrealismo. Ne è venuta fuori una coloratissima favola allucinata, pregna di significati e di utopia.
Sbaglio se affermo che dai testi del vostro nuovo album emerge una nuova faccia degli A Toys Orchestra, quella più politica? Non da intendersi come schierata, ma che presta maggior attenzione alle tematiche sociali.
C’è un cambiamento in atto in tutto il globo, o quantomeno se ne percepisce l’impulso. Pensa ai popoli arabi in rivolta, agli Indignados spagnoli, ai Notav, a Occupy Wall Street… Il fiume ha rotto gli argini. Come rimanere indifferenti a tutto ciò?
Trovo che la copertina del vostro album si adatti alla perfezione ai testi, al disagio sociale che esprimono. Com’è nata?
Quella della ragazza ritratta in copertina con il volto ferito e i cerotti con le scritte “democrazia” è un immagine che si commenta da sola. Denuncia quanto caro è il prezzo dell’egualitarismo in questo momento storico. Non si tratta di una posa artistica, ma della prova reale di una brutalità da parte delle istituzioni a danno di una ragazza che esercitava pacificamente il suo sacrosanto diritto di manifestare. Lo scatto è del fotografo Alessandro Tricarico, che poi ha curato anche il resto dell’artwork del booklet. Quando l’ho vista non ho avuto dubbi: era la cover del disco.
Midnight Talks seguito da Midnight (r)evolution. La mezzanotte come un punto di partenza, una sorta di orario magico…
Nel disco precedente, Midnight Talks, la mezzanotte era a simbolo di un limbo temporale sospeso tra l’oggi e il domani, il presente e il futuro… quindi come emblema dell’incognita. In parte questa accezione potrebbe essere funzionale in tal senso anche a Midnight (R)evolution, ma si può intendere anche come l’ora zero, il principio.
Nel vostro Ep Rita Lin Songs troviamo una versione in italiano del brano Celentano, già presente nell’album Midnight Talks. Dobbiamo considerarlo un episodio a sè o un preludio a una svolta nei testi degli A Toys Orchestra?
Per il momento consideriamolo per quello che è: un curioso episodio.