Il nome del gruppo dei bergamaschi Beppe Fratus, Ivano Colombi e Stefano Guidi, così come il titolo dell’album omonimo, sono senza dubbio azzeccati. Il gelo che in questo periodo sta letteralmente paralizzando l’Italia è di certo anche metaforico, come i Freddocane vogliono comunicare. L’album è costituito da quindici pezzi di grunge-stoner, aspri nella musica quanto nel contenuto. Parlano di noia, di bastardaggine, di velocità, di eccesso, di stanchezza. Si scaldano solo, pur continuando ad attingere le proprie immagini dall’inverno, quando cantano d’amore e si trasformano in melodie di più ampio respiro (Neve, Col senno di poi, Nebbia ). È proprio Neve il brano migliore, che può competere con quelle canzoni che sono entrate a ragione nella memoria di tutti, come Certe notti di Luciano Ligabue alla cui voce talvolta Beppe Fratus si avvicina. Apprezzabili sono anche le due cover Such A Shame dei Talk Talk e Walk On The Wild Side di Lou Reed. Il resto, ispirato in particolare ai Pearl Jam e, in ambito italiano, ai primi Litfiba, trasmette sicuramente una sensazione paralizzante, di freddo totale, ma non va oltre. Forse l’album è troppo lungo e sono diversi i brani che non convincono. Il disco è acquistabile soltanto ai concerti della band o attraverso un contatto diretto con i componenti del gruppo.
Credits
Label: Autoproduzione – 2012
Line-up: Beppe Fratus (voce e basso) – Ivano Colombi (chitarre) – Stefano Guidi (batteria)
Tracklist:
- Insane
- Retrokiller
- Dentro al tempo
- Neve
- Freddocane
- Such A Shame
- Col senno di poi
- Nebbia
- Stanco
- Realcool
- Distopia
- Walk On The Wild Side
- NO153
- Se non lo sai
- Interstellar ghost in reverse mode