Al quinto disco Piers Faccini estende alla word-music il suo concetto di folk. Lo colora di atmosfere etniche di mezzo mondo, da quelle mediterraneo-partenopee a quelle africane, e non solo. Un disco di songwriting raffinato e ricco di sfumature. Tra le varie collaborazioni in My Wilderness spicca quella del violinista Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours. Piers Faccini è l’artista ideale per i lettori di LostHighways. Di seguito un’ennesima intensa pagina per scandagliare l’anima di un grande musicista.
My Wilderness è un concept-album, in qualche modo?
Ci sono molte connotazioni per il termine concept-album e alcune di queste non sono applicabili al mio ultimo lavoro. Comunque nei miei dischi ho sempre cercato di fare di più che una manciata di poche buone canzoni da raccogliere in un album. Per me un disco è un libro diviso in capitoli, uno conduce all’altro, ed ogni singola parte deve montare il puzzle totale.
Molti degli arrangiamenti di questo album sono particolarmente delicati, qualche volta sfumati, qualche volta etnici per amplificare un “ritorno alle radici” fondendo i colori del folk e della word-music…
Questi sono termini giornalistici per descrivere le canzoni. Non ho alcun problema con queste definizioni, ma non so usarli per descrivermi!. Io semplicemente scrivo la mia musica in un modo naturale e spontaneo. La mia musica prende i colori di cui ha bisogno. Quello che posso dire è che c’è sempre stato un forte aspetto “folk” nella mia musica, e mi sono sempre identificato con l’idea del folk singer.
Io sono napoletano e la prima cosa che ho notato in The Beggar & The Thief è stato quel cantare tipico degli incisi delle canzoni classiche napoletane. Come e perché questa forte connessione con Napoli in questa canzone?
Mia moglie è napoletana, e da anni, prima che la incontrassi, amo Napoli. Ho visitato tante volte la città. Sono un vero fan delle riedizioni delle canzoni classiche di Roberto Murolo. Adoro la musica popolare del Sud Italia. Ho avuto la fortuna di cantare con il grande cantante salentino Uccio Aloisi e le sue influenze sono finite in questo album con il pezzo No reply. Per The Beggar and the Thief volevo far riferimento al modo melodico di cantare a Napoli, cantare nella mia madre lingua ma facendo trapelare questa attitudine.
Strange is the man è fantastica. Come è nato questo magico brano?
Grazie. Come tutti gli altri, attraverso un giorno onirico… sognare ad occhi aperti! Questo è il miglior modo di scrivere canzoni.
Parlami del suono del violino di Rodrigo D’Erasmo? Nel tuo album il suo violino sembra perdere la diabolica attitudine, tipica negli Afterhours…
Amo il modo di suonare di Rodrigo, ma non necessariamente quello negli Afterhours, diciamo così. E’ un musicista delicato e preciso, ha sempre capito alla perfezione quello che volevo nei brani. Questo approccio è veramente prezioso e raro!
Dimmi dell’artwork di My wilderness…
L’album ha molti riferimenti al viaggio, al viaggio avventuroso, alla geografia, alle grandi distese, al deserto. E’ un album dal taglio nomade. L’artwork è venuta su pensando proprio a come si poteva rappresentare in maniera visuale il senso dell’intero disco. Quindi è uscito un autoritratto schizzato su delle mappe geografiche e mi è sembrata una buona idea al tempo!
Padre italiano, madre inglese e vivi in Francia. Quali di questi tre popoli predomina in te?
Nessuno veramente. Io mi sento un meticcio. Sono il discendente di immigranti da tutte le parti del mondo e posso dire che sono nato “senza una terra” da poter chiamare casa e sto bene così.
In Italia, durante gli ultimi mesi, stiamo apprezzando l’ultimo lavoro degli Gnut per il quale tu sei stato il produttore artistico. Cosa pensi di questa collaborazione e del talento di Claudio Domestico?
Adoro Claudio. E’ un mio piccolo fratello! Amo le sue canzoni e la sua anima che brilla attraverso la sua musica. E’stato un immenso piacere lavorare al suo disco. Merita di essere celebrato in Italia come uno dei migliori cantautori della sua generazione.
Cosa pensi dello stato attuale della musica? Mi sto riferendo al mainstream, al mondo della musica indipendente, a internet…
Sta crescendo in me una piccola ritrosia rispetto a questo tipo di dibattito. Al fine c’è della buona musica e della cattiva musica. Dischi che sono onesti e toccano emotivamente perché veri, il resto non importa. E’ già stato speso tanto ossigeno su questo argomento ed io non ho bisogno di aggiungere altro.
Viaggi molto in lungo e in largo nel mondo. Cos’è l’esperienza del viaggio per te?
Viaggio attraverso la musica, è un privilegio e sono veramente felice di questo. Per me suonare è soprattutto condividere.