Gli Shearwater sono, inspiegabilmente, tra i più sottovalutati della scena indipendente d’oltreoceano. Sarà per il loro spirito naturalistico, sarà che sono il gruppo texano con il sound meno texano della storia, sarà che forse sono sempre stati visti come side project dei validissimi Okkervil River, fatto sta che la band non ha mai ricevuto l’attenzione critica, ma soprattutto di pubblico, che meriterebbe. E questo deve averlo notato anche Jonhatan Meiburg, ornitologo e geografo, frontman ormai a pieno titolo della creatura Shearwater e svincolato completamente dal matrimonio artistico con Okkervil River e Will Sheff. Animal Joy arriva dopo una carriera più che decennale e dopo la conclusione della trilogia sulla natura chiamata “Island Arc”, composta da ottimi album quali Palo Santo, Rook e The Golden Arcipelago. Stavolta, l’attenzione generale sembra spostarsi dalla natura in sé verso uno dei suoi prodotti, una sua creatura: l’uomo. Ed è ovvio che, di fronte a tali premesse, un cambiamento bisognava pur aspettarselo e il sound di questo nuovo album né è la prova. Animal Joy è un disco fondamentalmente rock. Scompaiono del tutto o quasi le atmosfere magnifiche tipiche degli album precedenti, incentrate spesso sul piano che accompagnava ed enfatizzava la splendida ed evocativa voce di Meiburg a creare qualcosa di intimo, suggestivo perché accorato. Questa volta, le chitarre sembrano dominare i brani, tra riff distorti, arpeggi crunch e puliti e qualche acustica. Il piano s’inserisce ogni tanto a impiantare qualche piccola melodia o al massimo accompagna. I brani tendono ad essere molto ritmati con batteria e basso che suonano dritto e forte per la propria strada. In compenso, gli arrangiamenti si semplificano: niente archi, niente glockenspiel ma pochi strumenti, ognuno dei quali svolge il suo ruolo senza strafare. A volte, delle piccole cellule melodiche vengono ripetute per quasi tutto il brano, scelta che sembra funzionare alla grande, come avviene col piano percussivo di You As You Were o la chitarra dell’ottima opener Animal Life. La voce di Meiburg è sempre il piatto forte della macchina Shearwater e dimostra di saper giostrare alla grande anche queste nuove sonorità rockeggianti. Ma se la voce e le sue sinuose melodie non perdono un colpo, lo stesso non si può dire del songwriting calato nei nuovi abiti. Nonostante il disco si lasci ascoltare molto piacevolmente nell’insieme, configurandosi come una buona prova, c’è troppa differenza tra episodi di ottimo livello quali Star of the Age o Insolence ed altri che funzionano decisamente di meno stazionando in una certa staticità ripetitiva (Pushing The River, Dread Sovereign). Fa riflettere, inoltre, che proprio quando si affacciano quelle atmosfere di cui gli Shearwater ci avevano fatto innamorare, si mostrano anche le qualità migliori, vedi la bellissima Run The Banner Down, giostrata tra piano e chitarra acustica dove, tra l’altro, anche la voce di Meiburg trova il suo terreno d’espressione migliore. E va bene il cambio di tematica ma questa nuova attitudine sonora sembra anche una conseguenza di altri fattori altrettanto importanti quali il passaggio dalla Matador Records alla mitica Sub Pop, simbolo di un certo rock americano dei novanta e il cambio di produttore con l’ingresso di Peter Katis, collaboratore della Fat Cat Records e, in particolare, dei The National. Se poi ci mettiamo che alcuni brani di questo Animal Joy sembrano puntare proprio sulla facilità di ascolto (Immaculate, Open Your Houses) un pensiero sorge lecito: non sarà che Meiburg e soci avranno pensato di allargare il numero dei propri fans?
Credits
Label: Sub Pop – 2012
Line-up: Jonathan Meiburg (vocals, guitar, and piano) – Kimberly Burke (upright and electric bass) – Thor Harris (drums) – Andy Stack (guitar, keyboard, and saxophone) – Scott Brackett (keyboards) – Cully Symington (additional drums) – Sam Lipman (clarinet) – Elaine Barber (harp)
Tracklist:
- Animal Life
- Breaking the Yearlings
- Dread Sovereign
- You as You Were
- Insolence
- Immaculate
- Open Your Houses (Basilisk)
- Run The Bunner Down
- Pushing the River
- Believing Makes It Easy
- Star of The Age
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